Per la Serie B la riduzione degli ingaggi non è una formalità

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DIRETTIVO APERTO

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Ecco perché il Direttivo di Lega B è in costante attività e oggi presenterà – come ha anticipato il presidente del Benevento Oreste Vigorito, capolista inattaccabile con un 1º posto non più contendibile a 22 punti dalla 3ª in classifica – in Assemblea (ore 11 in call conference) una proposta sulla quale dovrebbero convergere tutti i club. Verrà chiesto un taglio proporzionale degli emolumenti dei calciatori.

Non si sono fatte cifre per la B come quelle che si ipotizzano per la A con un abbattimento del 30 per cento, o come quelle ufficializzate da uno dei club più importanti e solidi di C, il Monza di Berlusconi e Galliani, che ha incassato un accordo già accettato dal tecnico Brocchi e dai 25 calciatori pari al 50 per cento dei compensi di marzo. Ma è già certo che a partecipare più consistentemente saranno quei giocatori di B con stipendi alti, spesso ereditati dalla A.

Si parla di una riduzione non simbolica di un monte ingaggi che all’inizio dell’attuale campionato era di 162 milioni di euro, una cifra che è aumentata dopo l’ultimo mercato di gennaio e che vedeva i sanniti con oltre 14 milioni di stipendi al 1º posto. Una somma che è cresciuta con l’ingaggio di Moncini. A seguire c’è il Frosinone di Stirpe con oltre 13 milioni e poi Cremonese, Empoli e Chievo con 12, cifra anche questa ritoccata al rialzo dopo gli ingaggi di gennaio. A seguire Salernitana e Crotone con 9.767.345 e 8.347.646 di euro, sino al Cittadella, il club più virtuoso, con poco più di 3 milioni di stipendi. Insomma, quello della riduzione del monte ingaggi non è una formalità, considerando che la B deve incassare circa 5 milioni dai diritti tv e una trentina della mutualità.

 

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