ESCLUSIVA – Mario Maione (ex pres. Napoli basket): “Sette anni per me indimenticabili”

All'interno l'intervista all'ex presidente del Napoli basket

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In questo momento dove tutto il mondo sta combattendo la battaglia più difficile della sua vita, il Coronavirus, lo sport cerca di mandare messaggi di grande speranza. Anche il basket è vicino ai contagiati e ai cittadini con la beneficienza e non solo. Ilnapolionline.com ha intervistato l’ex presidente del Napoli basket Mario Maione.

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In questo momento così delicato a causa della pandemia Covid-19, cosa si sente di dire ai cittadini e agli sportivi in generale? “Ai cittadini un messaggio semplice, di rispettare le regole del governo, restando a casa e fare solo le cose indispensabile per il benessere di tutti noi. Agli sportivi ovviamente lo stesso messaggio, poi a tempo debito torneremo ad appassionarci alle varie discipline. Mi dispiace notare che soprattutto nel calcio si siano create delle beghe all’interno per questioni economiche e non salvaguardare la salute delle persone e degli atleti stessi. Troppi tentannamenti, indecisioni, per me bisognava troncare tutto sin da subito e azzerate tutto. Il calcio deve essere un esempio per chi come noi siamo tifosi e appassionati, perciò mi sarei aspettato un comportamento completamente diverso”.

Su questo aspetto il basket si è comportato diversamente. Dalla serie A1 fino all’Nba. Cosa ne pensa in merito? “Il basket ha dato tanti esempi in questi anni che vanno da prendere come un esempio. E’ una disciplina che mi è entrata dentro sin da ragazzino, grazie anche a mio padre. Sugli spalti si nota un comportamento civile e corretto, questo e non solo mi ha sempre affascinato e ne ho avuto come conferma anche da presidente del Napoli basket”.

Ha un aneddoto in particolare del campione Kobie Bryant che è scomparso quasi due mesi fa? “Le posso dire che ebbi la fortuna di conoscerlo da vicino, quando vincemmo la Coppa Italia, fu per me un grande onore. Le posso confermare che è stato non solo un grande campione, ma una persona dai grandi valori umani e quel momento non lo dimenticherò tanto facilmente”.

Dei sette anni da presidente del Napoli basket quale il ricordo più belle e quello che vorrebbe dimenticare alla svelta? “Mi fa piacere che mi abbia fatto questa domanda, perché per me furono sette anni davvero indimenticabili. All’inizio fu una scommessa, visto che la squadra all’epoca era in serie A2, poi raggiungemmo la promozione al primo tentativo. Da allora grandi serate in Italia e in Europa, dove scrivemmo la storia. La gara che ricordo con vero piacere fu il successo contro Bologna con il canestro da 3 vincente di Greer. Una partita che invece non potrò mai dimenticare ma non in maniera positiva, fu al Paladoza quando Lyn Greer invece che andare al tiro, guardò il cronometro, perdendo tempo e quel momento ci avrebbe portato alla quasi certa finale. Mi ricordo che guardai il match dagli schermi, c’era un tifo assordante e penso che quella partita eravamo riusciti ad incartarla a Repeca che non sapeva come fermare i nostri ragazzi, fu un vero peccato non vincere quella serie di semifinale contro Bologna”.

In sette anni da presidente del Napoli basket c’è un cestista che avrebbe voluto nella sua squadra? “La deluderò in questo momento, ma le posso dire che chi volevo portare al Napoli basket li acquistai tutti. Costruimmo all’epoca con i miei collaboratori, una squadra davvero forte e che con il tempo scrivemmo la storia del club e della città stesso. Mi dispiace che non disputammo le partite al Mario Argento, perché avremmo avuto di media 10 mila spettatori, però comunque sono stati per me sette anni indimenticabili”.

Vuole fare ai nostri microfoni gli auguri a Matteo Malaventura di pronta guarigione? “A Mimmone (Morena), gli auguro sempre il meglio, lui è stato una delle nostre icone, una bandiera e al tempo stesso una roccia. Sono convinto che come le vinceva sul campo, così sarà anche in questo momento delicato. A Matteo invece so che sta molto meglio, si sta lentamente riprendendo e anche lui vincerà questa lunga ed estenuante battaglia”.

Intervista a cura di Alessandro Sacco

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