Lo scudetto del 2006 è uno dei più grandi traumi sportivi, adesso…

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Ecco perché un dirigente sportivo che oggi fa il suo lavoro pare due volte scollegato da una realtà fatta di Stati che contano i morti e i posti liberi in terapia intensiva. Ogni settore produttivo sta pensando a come ripartire quando ce ne sarà l’occasione. L’anomalia del calcio è che per ripartire ha bisogno di parlarne già adesso, fatalmente in pubblico. Ha bisogno di legarsi alla parte di tronco spezzato, per rimettersi in marcia deve avere un verdetto da dove cominciare. Uno dei grandi traumi sportivi di questo Paese è ancora oggi lo scudetto del 2006. L’anno di Calciopoli. Ferisce gli juventini non la revoca, come il precedente, ma l’assegnazione all’Inter che arrivò terza. Quell’assegnazione si rese necessaria in quanto l’Uefa chiede alle singole federazioni una classifica finale per ammettere le squadre alle Coppe della stagione successiva. Siamo nella stessa condizione ma in un contesto di lutti, un contesto che rende risibile il resto, compresa una questione che però paralizzerebbe anche il calcio di domani, un mondo troppo cresciuto, troppo immerso nei miliardi per guardare al futuro con lo stesso sguardo puro del 1945. Fonte: CdS

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