Il Mattino: “Col Barça conta solo il risultato, per la bellezza si può aspettare”

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Altri tre punti, tre passi avanti del Napoli verso l‘Europa: aspettando le prossime partite di questo turno di campionato, il Napoli è salito al sesto posto (che dà diritto al preliminare di Europa League) ed è a tre lunghezze dal quinto (che concede l’accesso diretto). Agli azzurri sono bastati cinque minuti per ribaltare il risultato e vincere a Brescia, dove si sono ascoltati vergognosi cori degli ultrà locali, con l’inedito «Napoletani Coronavirus», proprio nel giorno in cui il panico per i numerosi contagiati si è diffuso a pochi chilometri dallo stadio Rigamonti, dove giocatori e tifosi del Napoli hanno avuto sempre questa accoglienza. Il giudice sportivo purtroppo fa il notaio e, se ci sarà, arriverà una lieve sanzione in relazione a quanto segnalato dai rappresentanti della Procura federale. Ma non ci stancheremo mai di indignarci davanti a blande punizioni.
Dopo una buona partenza il Napoli si era trovato in svantaggio, quando Chancellor era sfuggito al controllo della difesa e aveva colpito di testa sull’angolo di Tonali. Pesante errore su calcio piazzato, una distrazione che ha fatto infuriare Gattuso, visto a inizio ripresa mettersi in testa al gruppo azzurro per rientrare in campo, il suo modo di dare la scossa. Arrivata, appunto, in quei cinque minuti: con il rigore netto ma concesso al Var, segnato da Insigne (e l’ultimo, sempre trasformato dal capitano, risaliva a venti giornate fa sul campo del Lecce); con la prodezza di Fabian di sinistro da fuori area, un’altra magia dopo quella contro l’Inter nella prima semifinale di Coppa Italia. Mertens, che aveva aperto la gara colpendo la traversa dopo una manciata di secondi, è uscito dal campo senza essere riuscito a raggiungere Hamsik a quota 121 gol e al primo posto nella classifica cannonieri. Piuttosto ha rimediato un cartellino giallo, fiscalissimo, perché non ha seguito l’indicazione dell’arbitro Orsato, invece distratto in occasione del rigore: non ci sarebbe stato bisogno del supporto tecnologico per giudicare falloso quel braccio di Mateju.
Il Napoli non è bello e non esalta, però contano i punti, possibilmente da conquistare senza troppo soffrire e rischiare, come è accaduto a Brescia, contro un avversario che ha vinto l’ultima gara il 14 dicembre e si era illuso di potercela fare ieri. Dopo l’uno-due a inizio ripresa, gli uomini di Diego Lopez non si sono smarriti e hanno cercato il pareggio mentre Gattuso tirava fuori Mertens e schierava Milik per far salire la squadra e consentire al belga di tirare il fiato in vista della grande notte Champions che attende gli azzurri martedì al San Paolo. Il turnover era stato moderato, sostanzialmente con la sola novità di Politano al posto di Callejon. L’ex nerazzurro è ancora indietro: non sprinta sulla fascia e lancia pochi palloni in area. Gattuso, alla continua ricerca di miglioramenti da parte della sua squadra, dice di non vedere il bicchiere né mezzo pieno né mezzo vuoto, anche se non può essergli piaciuto l’atteggiamento sul 2-1, con la squadra che non ha affondato e ha lasciato spazio agli avversari. Uno dei progressi più importanti registrati durante la gestione di Rino riguarda Fabian, tra i peggiori nei primi mesi di questa stagione, a dispetto dell’interessamento dei più grandi club del suo Paese, il Real e il Barça.
Il Barcellona proverà oggi a recuperare serenità in vista della trasferta a Napoli nell’anticipo della Liga contro l’Eibar. Setien, il tecnico-traghettatore che martedì si prepara a debuttare in Champions League (come Gattuso, che da calciatore ne ha vinte due), potrebbe fare turnover in vista della missione al San Paolo. Vi è molta tensione intorno al Barça, il rapporto tra alcuni big – a cominciare dal capitano Messi – e il club si è deteriorato con il caso della macchina del fango che sarebbe stata azionata dal presidente Bartomeu per screditare i giocatori. Non è un gran momento per la squadra e il Napoli proverà ad approfittarne con difesa e contropiede, puntando sulla concretezza (che è stata ritrovata) e non sulla bellezza (che è sfumata con Sarri). C’è una differenza rispetto all’ottavo di tre anni fa contro il Real Madrid perché il match di andata si giocò al Santiago Bernabeu e l’impresa a Napoli, dopo 1-3, era impossibile. Si può sperare ma con un altro passo rispetto a quello visto nelle trasferte di Cagliari e Brescia.

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