La deriva azzurra, un’offesa da curare e guarire con l’orgoglio

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Napoli è offesa da questo degrado calcistico. Lo hanno causato i giocatori, l’allenatore sconfitto 4 volte su 5, la società confusa. Il San Paolo è spettrale, gli unici rumori che si ascoltano sono i fischi dei tifosi. È difficile capire come il Napoli possa risollevarsi. Serve almeno lo scatto di orgoglio, visto che non c’è coesione tattica. Le parole di Gattuso sono state pesanti. Ha fatto capire che nello spogliatoio vi sono divisioni, giocatori di cui non si hanno più notizie, gli indisponibili Mertens, Koulibaly, Maksimovic, Ghoulam…I clan ci sono sempre stati nelle squadre, ma qui nessuno ha la personalità per creare bande. C’è invece una pericolosa apatia, una grave indifferenza e fa ridere che proprio i giocatori che si erano ribellati al ritiro abbiano poi deciso di andarci, anche se per poche ore. Una squadra costruita male e disomogenea, a cui non sono bastate per la svolta – almeno per ora – la personalità e l’opera di Gattuso. A prescindere dai rinforzi, per Gattuso è arrivata l’ora delle decisioni forti, a cominciare dall’accantonamento di azzurri che sono l’ombra di se stessi, come Callejon e Fabian. Domani sera il Napoli torna al San Paolo per affrontare i suoi fantasmi e sfidare la più bella squadra del campionato, la Lazio di Inzaghi. Il quarto di Coppa Italia e la Juve di Maurizio in cinque giorni a Fuorigrotta: che fanno gli azzurri, restano ancora a guardare?

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Il Mattino

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