Possibili sostituti di Ancelotti: Prandelli è un outsider

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Passare dal caldo umido della foresta di Manaus a quello torrido della bolgia del San Paolo. Cesare Prandelli è uno che negli ultimi anni si è abituato ai climi ostili. Certo, l’avventura in Brasile alla guida della Nazionale non è stata indimenticabile, anzi. Il flop con l’Italia ha caratterizzato gli ultimi anni della sua carriera visto che poi non è riuscito più ad affermarsi né all’estero (Galatasaray, Valencia e Al-Nasr) né in Italia dove lo scorso anno è arrivato a stagione in corso e ha portato il Genoa alla salvezza solo all’ultima giornata. Ecco perché la sfida Napoli potrebbe essere quella giusta per un rilancio in una piazza importante.

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De Laurentiis non ha mai negato il fatto di nutrire una cera stima per l’ex CT anche se non c’è mai stato nessun contatto ufficiale e diretto tra le parti negli ultimi anni. Dal punto di vista tattico, Prandelli non propone moduli standard o idee fisse. Gli piace cambiare e adattarsi anche un po’ in base al materiale umano a disposizione. Negli ultimi mesi si è dedicato soprattutto all’aggiornamento professionale: ha viaggiato tanto, ha studiato dai migliori allenatori del momento in circolazione per farsi trovare pronto nel caso di una chiamata giusta. Probabilmente il suo nome rispetto a quello di Gattuso, Allegri e Spalletti è il meno papabile per la panchina del Napoli ma resta ugualmente una suggestione tanti che è stato anche il primo commissario tecnico a convocate Lorenzo Insigne in Nazionale.

Fonte Il Mattino

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