Ciccio Marolda – L’alchimia  degli equilibri a centrocampo

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La gara di Torino, quella tra Juventus e Napoli, non può non far parlare, soprattutto per i 90 minuti visti in quest’ ultima sfida della madre di tutte le partite. Il commento di Ciccio Marolda sulle pagine del CdS: “Brucia. E come brucia! Logico. Rimetti in piedi un match praticamente già finito e poi finisce in quel modo lì… Già. Però, foss’anche solo per consolarsi un po’, partite come quella con la Juve sono come dei libri aperti. “Pagine” che comunque ti insegnano qualcosa. Soprattutto a mercato (quasi) chiuso. Quando, cioè, non devi più aspettarti niente e devi fare i conti con quello che hai in campo ed in panchina. Che non è poco, come s’era intuito a Firenze e come per un segmento corto di partita s’è visto anche a Torino, ma che non è bastato per non farsi rincorrere da dubbi e da domande. Una su tutte: ma è proprio sicuro che il quattro-due-tre-uno debba essere il disegno guida di tutta la stagione? Che da là bisogna partire per costruire la squadra dei successi? Ancelotti ne è convinto. Del resto, lui in altri Paesi quel modulo già l’ha sperimentato con soddisfazione. Ci cominciò un campionato col Real Madrid e poi, più o meno a metà anno, si buttò sul quattro-tre-tre. Quattro anni fa ci riprovò col Bayern, dove invece cominciò col quattro-tre-tre e poi virò sui due mediani davanti alla difesa. Qui i due mediani quasi sempre erano Xabi Alonso e Arturo Vidal. In Spagna, invece, erano stati Modric e Kroos, ma anche Khedira e lo stesso Alonso. Roba fine. Cacciatori di palloni, ma anche tecnici, con piedi capaci di ricominciare le giocate. Ed è qui che, come dire: casca il ciuccio. La domanda, infatti, nasce spontanea: con tutto il rispetto, si capisce, ma sono comparabili quelle coppie di mediani con quelle che il Napoli di questi tempi offre forzando pure le caratteristiche dei propri giovanotti? Altra domanda: sono o non sono un allarme quei sette gol presi in due partite? E allora, se è vero, come diceva la signora Agatha, che due indizi sono una coincidenza ma non ancora una prova, il Napoli ha bisogno di prenderne altri tre o quattro in una volta sola per capire che qualcosa non va? E che non va solo in difesa, ma anche davanti a Manolas e a Koulibaly? Insomma, non potrebbe essere proprio la mancanza d’equilibrio in mezzo al campo il vero problema della squadra? Per dirla tutta: un centrocampo a tre o una linea a quattro come nel finale con la Juve non darebbero più copertura e più certezze? Sa, don Carlo, quando arrivò da queste parti, il signor Sarri impiegò tre partite (due pareggi e una sconfitta) per capire di dover cambiar registro. Stavolta non si potrebbero anticipare i tempi?

Factory della Comunicazione

Fonte: CdS

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