CdS Campania – “MEZZO NAPOLI”. O domina o sbanda. Ancelotti si muove

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Non ci sono più certezze, sono sparite pure le mezze stagioni, e le partite non durano, non per il Napoli, novanta minuti, che una quarantina li ha regalati a Firenze e una sessantina a Torino, e il resto lo ha tenuto per sé, facendo e poi smontando quella sua (in)sana vena di follia. Due partite non possono bastare per farsi un’idea di cosa ci sia nascosto all’orizzonte, però rappresentano indizi su una natura almeno scomposta di una squadra che sa fare tante cose assieme e alcune pure sbagliate. Il calcio del Terzo Millennio, in cui il ritiro è ormai stato stracciato dalle convenzioni perché tra una Coppa d’Africa e una Copa America si è costretti a risistemare il proprio orologio biologico, ha bisogno di tempi più lunghi: e da questo laboratorio che Ancelotti tiene aperto sono emerse le formule più varie e gli interrogativi più torbidi, contraddizioni in termini che spingono a meditare però anche ad aspettare le stelle. E’ umanamente possibile che Koulibaly e Allan, top player del Napoli, avvertano ancora delle tossine nei muscoli e scoprano, a un certo punto delle loro fatiche, che un velo ne stia appannando la visuale: e sottrarre a chiunque i muscoli, la leggerezza e il dinamismo di uomini così “centrali” è un sacrificio costoso. Poi c’è quel concentrato di perplessità che restano qua e là e si allungano su questo Napoli, che va ancora alla ricerca di un’autentica e definitiva identità, per recuperare in futuro le mezze partite sin qui perdute. Fonte: CdS

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