Cds – Quel 77 di Gigi unisce due vite

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La decisione di Gigi Buffon di tornare alla Juventus è una scelta di giovinezza, una sfida all’urto del tempo. Ma nasconde anche una piccola rivincita. Questa è racchiusa nella scelta

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Luciano Moggi

del numero della maglia, il 77. Era quello che aveva al Parma, prima di venire alla Juve nel 2001. Quelli che molti non sanno o non ricordano è che non è la prima volta che Buffon chiede di avere la maglia bianconera con il numero 77. Lo fece anche nel 2001, durante il suo primo incontro con in direttore generale dell’epoca, Luciano Moggi. Lo ha rivelato nella sua autobiografia, Numero 1 (Rizzoli). Ecco il passaggio: “Prima della presentazione ebbi il mio battesimo del fuoco con Luciano Moggi. Lo confesso: avevo un po’ di timore reverenziale dovuto alla paura della novità. E imparai subito che le cose erano diverse alla Juventus. “Vorrei il 77 sulla maglia, come al Parma”. “Niente da fare. Qui siamo alla Juve, stranezze nisba”.  

 

L’altro particolare curioso è come arrivò al 77. Gigi lo scelse dopo aver abbandonato il famigerato 88, investito da accuse e polemiche perché, scoprì allora come gran parte delle persone, anche se molti erano convinti che l’avesse fatto apposta, che per i nazisti è il numero di Hitler. L’ottava lettera dell’alfabeto tedesco è la “h”, doppia “h” significa “Heil Hitler”. Ma la genesi della sua scelta era questa. Gigi, nel 2000, chiese il doppio zero “00” perché, testuale, “era il simbolo delle palle e della mia rinascita dopo l’infortunio che mi aveva impedito di andare all’Europeo in Belgio e Olanda”. Gli dissero che il doppio zero non era ammesso. “E allora prendo l’88 che di palle ne ha quattro” rispose. Apriti cielo. Riparò sul 77. Forse, se non fosse andato alla Juve, avrebbe potuto mantenerlo. Anche vent’anni dopo, comunque, il 77 di Buffon sarà un’eccezione. Se osserviamo la numerazione dell’ultima stagione, non ci sono “stranezze” come Moggi definì la richiesta di Buffon.
In ogni caso, questa non è più la bizzarria di un giovanotto, ma è il desiderio di un grande campione che intende riannodare, in quello che sarà probabilmente il suo ultimo anno, the last hurrah di una carriera formidabile, il filo dei ricordi, congiungendo due esistenze, chiudendo nel posto giusto, alla Juventus. Con il numero che avrebbe voluto quando arrivò, ventitreenne e comprese “la forza di questa società: il gruppo”. Quel gruppo che ora torna a cementare. Fonte: Cds

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