Italia Femminile: le tesserate. Negli USA al liceo il 50% è donna

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Ma la contabilità televisiva rischia di farci distogliere lo sguardo dalle emozioni partorite grazie alle sorelle d’Italia. L’Italia sta cavalcando ancora l’onda lunga dell’affetto che si è riversato sulle azzurre. Il presidente della Figc Gabriele Gravina parla di «rivoluzione culturale», elogia lo «spirito di sacrificio» e spiega: «Gli italiani hanno potuto vivere emozioni che non ricordavamo da tempo. Queste ragazze vanno elogiate. Hanno fatto tanti sacrifici e continueranno a dare grandi soddisfazioni».  
E’ amore, a prima vista soprattutto se si considerano i numeri televisivi registrati in questi anni dalle azzurre. Serviva un palcoscenico, ci voleva un Mondiale. «È stato emozionante vedere l’esordio delle nostre azzurre al mondiale, vincere così all’esordio è stato importantissimo», così il presidente del Coni Giovanni Malagò, che ha reso nota la telefonata di congratulazione con il ct Milena Bertolini nell’immediato dopo-partita.
Marco Tardelli di Mondiali se ne intende. L’eco del suo urlo mundial del 1982 risuona ancora con vigore nella memoria degli appassionati. L’ex campione del mondo ha voluto mandare un messaggio al ct Bertolini. «Stia tranquilla, non c’è proprio il rischio di carenza d’affetto: erano vent’anni che non andavamo al mondiale con le donne, ora è scoccata la scintilla».
In estate il report del Centro Studi della Figc (che l’anno scorso ha riservato 4,5 milioni di budget al calcio femminile) ha attestato 23.903 calciatrici tesserate (vent’anni fa erano 8.000), comprese le circa 10.000 che svolgono attività a livello scolastico e nei settori giovanili, spesso in squadre miste. Ma siamo comunque indietro: in Europa occupiamo il 13° posto per numero di tesserate. Comanda la Germania (209.713), seguono Svezia (179.050) e Olanda (153.001). Altro mondo gli Stati Uniti, dove la metà dei liceali che gioca a calcio è composta da ragazze.
Nella vita prima ci si innamora, poi si ama. L’Italia si è innamorata delle azzurre in un dopo-pranzo di prima estate, per la rivoluzione culturale ora bisogna tenere acceso non solo il telecomando, ma l’amore. E quindi: investire su strutture, staff tecnici, staff sanitari, parificare il calcio femminile a quello maschile, favorire l’inserimento delle bambine nelle squadre, anche quelle dilettantistiche.
Disse la Bertolini qualche tempo fa: «Se un bambino di terza elementare sogna di giocare nella Juventus o nella Fiorentina, perché non può farlo la sua compagna di banco?». Fonte: Cds

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