ESCLUSIVA – F. Palmieri (resp. sett. Giov. Sassuolo): “Turrini? La svolta per la nostra salvezza. Sul vivaio va smentita una voce”

All'interno l'intervista al responsabile del settore giovanile del Sassuolo

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In attesa di giocare i play-off scudetto e i play-out per decretare l’ultima squadra che resterà nel campionato Primavera 1, è tempo di bilanci per alcune squadre. Napoli e Sassuolo sono rimaste nella categoria ed hanno mostrato tutto il loro valore tecnico e anche tattico. Ilnapolionline.com ha intervistato il responsabile del settore giovanile della società modenese Francesco Palmieri sulla stagione dei neroverdi e non solo.

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L’arrivo sulla panchina del Sassuolo Primavera di Turrini è stata decisiva per la salvezza. Cosa pensi dell’operato del mister? “Francesco è stato determinante, il suo arrivo ha dato la svolta definitiva alla squadra. Se si esclude la sconfitta contro il Napoli, dove i ragazzi non giocarono bene, anzi buttammo il primo tempo. Da quel momento tre successi di fila e la salvezza senza passare dai play-out, quindi un ottimo risultato”.

Quando si raggiungono risultati importanti, il merito di tutto, però ti vorrei chiedere di Raspadori e Pellegrini. Quali sono le loro caratteristiche tecniche? “Come hai detto tu, quando si ottengono risultati il merito è di tutti, non di giocatori in particolare, però sono due ragazzi davvero interessanti e con ampi margini di crescita. Su Raspadori dico che ha tutto, forza fisica, bravura sotto porta ed ha giocato in prima squadra in occasione dell’ultima di campionato, perciò una stagione positiva. Pellegrini? E’ un classe 2000, attacca la profondità e contro il Genoa oltre al gol è entrato con il giusto spirito, ha ampi margini di crescita come tutti i ragazzi della rosa”.

Prima hai fatto cenno della vostra sconfitta di Napoli, quale calciatore, oltre Gaetano ti ha colpito dal punto di vista tecnico? “Gaetano ovviamente è ormai da definire un calciatore forte sul piano tecnico, è cresciuto tantissimo e se gioca anche in serie A vuol dire che è pronto per certi palcoscenici, ma in questi casi bisogna vederlo all’opera più spesso. Nel complesso il Napoli di Baronio mi fece un’impressione di una squadra solida, con un gioco collettivo davvero interessante, ma è chiaro che anche Sgarbi, Palmieri e non solo, giocarono una gara importante dove noi andammo in grande difficoltà”.

In questi anni si è spesso detto che per crescere a livello tecnico-tattico di è parlato di prendere giocatori forti sul piano fisico e non solo dalle scuole calcio. Cosa ne pensi in merito? “Penso che purtroppo dicono un mucchio di sciocchezze su questa storia. Io credo che a questi livelli se una società dovesse prendere solo i ragazzi dalle scuole calcio, difficilmente si manterrebbe la categoria. Lo so perché è il mio mestiere e non è un caso che lo scorso anno la Lazio e quest’anno il Milan sono scese in Primavera 2. Il livello di competitività si è alzata davvero tanto e se guardiamo la rosa del Napoli e anche la nostra, molti calciatori vengono dagli altre squadre, pochissimi dalle scuole calcio, perciò chi dice queste cose fa un errore madornale e scredita chi segue come te il nostro movimento”.

Per te e il settore giovanile del Sassuolo è importante che ci sia De Zerbi sulla panchina della compagine modenese? “Il mister ha fatto un ottimo lavoro, crede molto nei giovani e i risultati si sono visti. Come ti ho detto prima Raspadori ha debuttato la scorsa settimana in prima squadra, senza contare che la prima squadra ha diversi ragazzi giovani dal grande avvenire. Frattesi? Sono contento che si stia mettendo in evidenza con l’Italia Under 20. Proviene dal vivaio della Roma e noi lo prendemmo lo scorso anno dove si mise in evidenza. A tempo debito parleremo con il ragazzo per farlo restare, perché ha il potenziale per far bene anche in massima serie, dopo l’ottima stagione con la maglia dell’Ascoli”.

Infine ti vorrei chiedere del Napoli di Ancelotti, che voto gli daresti per la stagione appena conclusa? “La stagione del Napoli per me è stata più che positiva, il mister ha fatto un ottimo lavoro, arrivare ancora una volta secondi non era affatto semplici. Non bisogna guardare alla Juventus, al momento sono di un’altra categoria, perciò essere sempre alle spalle dei bianconeri, vuol dire avere continuità. Con Ancelotti in panchina sono convinto che nei prossimi anni andrà sempre meglio e darà la sua impronta come ha sempre fatto in carriera”.

Intervista a cura di Alessandro Sacco

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