Il punto della situazione – di R. Muni: “Fine dei giochi”

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È difficile commentare la sconfitta subita dal Napoli per mano dell’Atalanta, dopo un primo tempo dominato dalla squadra di Ancelotti. Un solo gol segnato, da Mertens in modo fortuito, a fronte di diverse occasioni da gol create dagli azzurri. Qualcuno avrebbe persino visto uno dei migliori Napoli della stagione. Nella ripresa, si è ripetuto il solito inquietante copione degli ultimi tempi: azzurri a corto di energie fisiche e nervose, messi al tappeto dagli avversari, bravi a crederci fino alla fine. La notizia peggiore della serata di pasquetta è stata la conferma che tutte le certezze del gruppo azzurro sono ormai un lontano ricordo. Squadra sfilacciata, senza idee di gioco e senza alcuna motivazione. Il risultato del San Paolo fa ancora più male perché esattamente un anno prima, il Napoli si era imposto in casa della Juventus con il famoso gol di testa di Koulibaly. Era il 22 aprile del 2018 ed il Napoli aveva legittimato il titolo di campione d’Italia sul campo, al di là dei poteri forti che avrebbero privato con la prepotenza, la squadra azzurra dello scudetto. Ad un anno di distanza, il Napoli sembra la brutta copia di sé stesso, involuto e tremendamente imbruttito. Poche cose si possono salvare dalla partita di lunedì sera, in primis la buona prestazione di Luperto, nonostante la sconfitta, entrato a partita in corso al posto di Chiriches, uscito per infortunio. Con ogni probabilità, il giovane difensore sarà uno dei tasselli del Napoli del futuro. Il mancato impiego di Insigne, a cui Ancelotti ha preferito Younes e Verdi per raddrizzare il risultato, è un indizio sul futuro prossimo del Magnifico. Resta l’amaro in bocca, non solo per la sconfitta ma anche e soprattutto per la resa della squadra azzurra, a sei partite dal termine del campionato. Non mancherà il lavoro a Carlo Ancelotti, sia nell’immediato per cercare di tirare fuori la squadra da questa crisi di fine stagione, sia nel futuro per attuare la rifondazione del gruppo e plasmare il Napoli a sua immagine.

Factory della Comunicazione

a cura di Riccardo Muni

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