F. Ferretti: “Ancelotti non ha bisogno dei Gps per sapere se uno sta bene o no!”

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Ferretto Ferretti è istruttore a Coverciano ed è stato preparatore atletico del Napoli di Novellino. Il suo lavoro lo porta a “studiare” con attenzione squadre e singoli atleti. Anche il Napoli è finito sotto la sua lente di ingrandimento, soprattutto adesso che la squadra di Ancelotti pare stia attraversando un calo dal punto di vista fisico. Ne parla a Il Mattino: 
Che impressione si è fatto della condizione fisica del Napoli? «Diventa difficile poter dare una risposta senza essere nello spogliatoio. Se la squadra corre poco ci poterebbe essere anche un problema mentale. Ma a me darebbe fastidio perché vorrebbe dire che i giocatori hanno perso motivazioni».
Che tipo di allenamenti fa fare Ancelotti con il suo preparatore Francesco Mauri? «Ha una metodologia che porta avanti da tempo e prevede l’uso prevalente della palla. Il suo staff ovviamente segue la sua metodologia. Non credo ne esista una giusta o una sbagliata».
Perché? «Altri allenatori hanno idee diverse. Come Gasperini che fa sia lavoro tattico ad alta intensità che lavoro a secco, ovvero senza pallone. Guardiola, del cui successo non c’è bisogno di parlare, adopera un lavoro molto simile a quello di Ancelotti per quel che riguarda l’utilizzo della palla. Ecco perché penso che non bisogna demonizzare una metodologia, ma bisogna solo applicarla bene». 
D’altra parte Ancelotti dice sempre che la sua squadra è in perfetta forma. «Non parliamo di uno arrivato ieri. Ancelotti è un grande allenatore e non ha nemmeno bisogno degli strumenti tecnologici per sapere se un giocatore sta bene o meno. Vede gli allenamenti al di là dei dati dei Gps che poi al massimo possono confermare la sua sensazione».
Una cosa è evidente: in questa stagione il Napoli ha subito tre infortuni nei primi minuti di gioco. Come se lo spiega? «Neanche un mago potrebbe dare una risposta a questo. Potrebbe essere casualità. Quando c’era Benitez a Napoli mi chiedevano perché la squadra non correva nel periodo del ritiro e io avevo spiegato che lui preferisce l’uso della palla alle ripetute nei boschi. Quello che conta è allenarsi nelle qualità fisiche. Benitez è simile ad Ancelotti». 
Eppure a Monaco c’è stato qualcuno che ha accusato Ancelotti di una preparazione troppo leggera e allenamenti poco impegnativi. «Ci sono giocatori che desiderano fare percorsi fisici più pesanti e devono correre o lavorare in palestra anche oltre il dovuto per sentirsi appagati. Sono casi particolari che non fanno testo».
E poi? «Non dimentichiamo che noi italiani abbiamo una tradizione legata ai lavori fisici svolti a secco. Prima si correva per molto tempo, ora si fanno lavori intermittenti e ad alta intensità. A secco c’è la possibilità di analizzare bene cosa fa il giocatore e secondo me si potrebbe fare quello e quello. Prima la parte fisica a secco occupava una parte predominante dell’allenamento, mentre ora si è ridotta dal punto vista del volume e si è perfezionata dal punto di vista della qualità».

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