Il punto della situazione – di R. Muni: “Il grande cuore azzurro”

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Napoli-Juve può essere racchiusa nelle lacrime di Lorenzo Insigne che, al triplice fischio del match, non è riuscito a trattenere. Il Magnifico stava chiedendo scusa al pubblico del San Paolo, il suo pubblico ed in quelle lacrime c’era tutta la rabbia per non essere riuscito a scaraventare in rete il rigore del pareggio. Lorenzo non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore, gli canterebbe Francesco De Gregori e la Napoli azzurra gli farebbe da eco. Non ha avuto paura il talento di Frattamaggiore, di caricarsi la squadra sulle spalle, da buon capitano ed avrebbe anche indovinato la traiettoria giusta. La differenza tra la gioia del gol e la grande delusione sta tutta in quei pochi centimetri che hanno fatto sbattere il pallone sul palo, alla destra del portiere bianconero. È sempre difficile commentare le partite tra azzurri e bianconeri e quella di domenica lo è ancora di più, perché persino il pareggio sarebbe andato stretto ai ragazzi di Carlo Ancelotti, figurarsi una sconfitta bugiarda. Non sono mancati gli strascichi polemici per alcune decisioni arbitrali che hanno indirizzato il match sul binario degli ospiti. Ancora non riusciamo a capire perché l’arbitro abbia ritenuto opportuno non rivedere al VAR l’episodio che ha visti coinvolti Meret e CR7, spedendo il portiere azzurro negli spogliatoi a cuor leggero. Ci meravigliamo della scorrettezza di un fuoriclasse assoluto qual’è Cristiano Ronaldo e chiosiamo affermando che non sempre insieme alle doti tecniche si riscontrano quelle umane e si capisce il perché abbia sposato la causa bianconera. Grottesco è stato il calcio di punizione assegnato alla Juventus per uno scontro di gioco tra Bernardeschi e Bonucci. Se non ci fosse da arrabbiarsi, ci sarebbe da ridere! Non sono mancati gli errori del Napoli, in primis di Malcuit che ha steccato la prima partita da quando veste l’azzurro e sulle cui spalle pesano due leggerezze ed altrettanti gol degli avversari. Nessun processo, per carità nemmeno per mister Ancelotti che troppo frettolosamente ha richiamato Milik in panchina, per far spazio ad Ospina. C’è stato anche molto di buono, tuttavia, nel big match di domenica sera ed è tutto nei secondi quarantacinque minuti di gioco. Un tempo intero, il secondo, in cui il Napoli, tornato in parità numerica per l’espulsione di Pjanic, non ha permesso ai pluricampioni d’Italia di uscire fuori dalla propria metà campo, assediando la squadra di Allegri e costringendola come un pugile nell’angolo. Un grande, immenso cuore azzurro che avrebbe meritato ben altro risultato e che invece è riuscito solo ad accorciare le distanze con José Callejón. Due pali, il primo appena dopo il primo vantaggio della Juve, il secondo sul rigore di Insigne ed una traversa colpita da Zielinski sono motivi più che sufficienti per recriminare. A conti fatti sarebbe cambiato poco o niente ai fini della classifica e questo è un dato da non dimenticare. L’auspicio è che Ancelotti ed i suoi ragazzi riescano a convogliare tutta la rabbia, sacrosanta, accumulata domenica sera, in energia positiva, da cui attingere giovedì contro il Salisburgo, in una partita con ben altra posta in palio, quella che potrebbe valere una stagione intera.

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Riccardo Muni

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