Silenzi: “Una volta il tuo marcatore te lo trovavi dentro la maglietta!”

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Andrea Silenzi, ex attaccante azzurro, protagonista di una splendida vittoria del Napoli in SuperCoppa, è ormai lontano dal mondo del calcio. Analizza, però, ai microfoni de Il Mattino, la differenza non solo degli attaccanti di oggi, ma soprattutto dei difensori!

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Ma lei con il calcio non ha più nulla a che fare? «Da quando ho smesso di giocare sono uscito da quel mondo. Il lavoro più bello è quello del calciatore, a me piaceva essere protagonista in campo con il pallone tra i piedi. Una volta fuori non ho trovato alcuna attività che mi desse le stesse emozioni. Non seguo neppure tantissimo il calcio in tv e non sono molto ferrato su tante cose. Al massimo mi vedo i gol». 
Perché lo spirito da attaccante non è passato. E allora chi è il Silenzi di oggi? «Impossibile dirlo perché sono cambiati troppo i tempi. Noi eravamo più fortunati perché non ci richiedevano tantissimo lavoro senza palla. Noi attaccanti dovevamo essere pronti in fase di possesso. Ora vedo attaccanti che fanno 40-50 metri di scatto».
Ma sono cambiati anche i difensori. «Una volta c’erano i difensori veri, ora si vedono tanti calciatori in quel ruolo che fanno errori impensabili ai nostri tempi. Quello che mi marcava me lo trovavo sotto la maglietta».
Tipo? «Baresi, Vierchowod, ma anche Ferrara e Baroni, che sono stati miei compagni al Napoli, oppure Pasquale Bruno e Gregucci: quelli sì che erano difensori veri. E poi erano tanti, ogni domenica avevo qualcuno tosto da affrontare. Anche Ancelotti, che era mediano, si faceva sentire a centrocampo». 

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