CdS – Chi era Belardinelli? Un ultrà già noto, ma di fronte alla morte questo non significa nulla

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Daniele Belardinelli, l’ultras del Varese e dell’Inter morto ieri mattina all’ospedale San Carlo, era un volto noto nel mondo del tifo. Conosciuto come “Dede”, era nato a Varese il 9 marzo 1979 e risiedeva a Buguggiate, in provincia di Varese. Nella vita faceva l’operaio edile in una ditta di pavimentisti e piastrellisti di Morazzone, ma da qualche anno era diventato socio di un’altra società sempre in questo ramo con sede nel Canton Ticino. Sposato con Cristina, aveva due figli adolescenti. Belardinelli era un campione di arti marziali, tesserato per la “Fight Academy” di Morazzone, con la quale aveva vinto diversi incontri (tra i quali più titoli di campione italiano) nella “scherma corta”, in particolare nelle specialità “coltello”, “giacca e coltello” (ovvero con un indumento usato come scudo) e “Capraia” (combattimento con i due atleti legati per le braccia).
Belardinelli era il leader della curva Nord del Varese e il capo del gruppo “Blood Honour”, nato nel 1998 e vicino all’estrema destra, ma era di casa anche nella Curva Nord dell’Inter perché le due tifoserie sono gemellate dagli anni ’80. In questura a Varese lo conoscevano bene perché aveva parecchi precedenti per violenza legata a manifestazioni sportive e aveva già collezionato due Daspo: il primo (di 5 anni) nel 2007 per gli scontri a margine di Varese-Lumezzane, quando gli ultras biancorossi volevano impedire lo svolgimento del match a seguito dell’omicidio di Gabriele Sandri (Belardinelli colpì l’allora ds del Varese Sogliano con uno schiaffo); il secondo nel 2012 (di altri 5 anni) perché venne coinvolto negli scontri durante l’amichevole estiva Como-Inter, finita con due ore di guerriglia urbana. In passato, nonostante l’impossibilità di andare allo stadio, è sempre rimasto il leader carismatico dei “Blood Honour”. Due domeniche fa, a poche ore dall’inizio di Varese-Accademia Pavese 3-0, era stato lui a parlare sia alla dirigenza, che non pagava i rimborsi spese ai calciatori, sia ai giocatori, che avevano interrotto gli allenamenti in settimana per protesta. Il Varese e diversi gruppi ultras ieri hanno manifestato cordoglio e vicinanza alla famiglia di Belardinelli.  Fonte: CdS

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