Il doppio ex Benitez su Liverpool/Napoli al CdS: “E’ la notte di Insigne”

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Quando il Liverpool non era ancora tornato ad essere una Leggenda, quando il Napoli non era arrivato – per autorevolezza e respiro internazionale – dove poi sarebbe approdato diventando il Napoli: quando il calcio, una partita, è racchiusa in una fotografia, neanche poi così tanto ingiallita, perché in fin dei conti il tempo è volato via ma ha lasciato che Rafa Benitez calasse su Anfield, in questa vigilia, con la sua eredità abbagliante. E’ un’ora e mezza e dentro c’è una visione futurista: appartiene al Liverpool e anche al Napoli e, in qualche modo, è figlia di Benitez, tra intrecci memorabili che rotolano in questo pallone «sin prisa, sin pausa». 

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Liverpool è casa sua e la sua presenza s’avverte tra la gente: l’unico successo dei reds, dopo il suo addio, è una coppa di Lega inglese. 
«Liverpool è la città in cui risiedo, in cui sono cresciute le mie figlie. E il club ha raggiunto un livello altissimo. Quando arrivai, e sono passati ormai quindici anni circa, il potere economico era degli altri, per esempio del Manchester, che poteva permettersi investimenti enormi. Adesso è cambiato, ci sono possibilità maggiori». 

Liverpool e Napoli: ci sono dentro otto anni di vita di Rafa Benitez. 
«Sono orgoglioso di quello che sono stato in grado di conquistare con questi due club. Sono storie diverse però simili per certi versi: il Liverpool aveva un passato luminoso, aveva vinto la coppa Uefa qualche anno prima del mio arrivo, ma voleva la Champions che mancava da vent’anni. Il Napoli era reduce dalla rinascita, ho ereditato l’ottimo lavoro fatto da Mazzarri ma dovevamo fare un ulteriore step e ci siamo riusciti». 

 Liverpool per Benitez vuol dire la Champions, una delle partite che hanno fatto la storia, da 0-3 a 3-3 e poi il successo ai rigori sul Milan di Ancelotti.
«E’ uno dei momenti più alti della mia vita, forse in assoluto quello che mi ha regalato un senso di felicità compiuta. Fu una serata straordinaria, nella quale si passò dal dolore più feroce alla gioia più sfrenata. Nessuno, nell’intervallo, avrebbe sospettato che sarebbe accaduto quello che poi riuscimmo a realizzare nella ripresa, però anche sotto di tre gol, la passione dei nostri tifosi fu energia per noi».  

 Un uomo partita per squadra...
«Potrei dirne tanti, sia del Liverpool che del Napoli: da una parte Mané, Firmino, Sturridge; dall’altra: Callejon, Mertens, Albiol, Koulibaly. Ma lei me ne chiede uno per parte e allora scelgo: Salah e Insigne».

Fonte: CdS

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