Gravina sui cori delle curve: “I maleducati possono essere anche pericolosi!”
Gravina Il Mattino
Il nostro è uno sport malato, nello stadio si dileggiano i vivi e i morti, si tifa per il fuoco del Vesuvio. Cosa farà?
«È vero, siamo alla mercé della legge del branco, di gente che va allo stadio per insultare l’avversario. Ma le norme ci sono, mi sembra che punire le società con la responsabilità oggettiva non sia una cosa di poco conto. Ma è evidente che i club possono isolare chi si rende protagonista di cori razzisti o di discriminazione territoriale. Possono e devono farlo».
Giusto chiudere le curve?
«Sì, anche se dispiace che paghino tutti, anche quelli per bene. Perché sono pochi i maleducati che rendono gli stadi posti così poco ospitali. Ma la norma che porta alla chiusura delle curve è giusta soprattutto quando non c’è collaborazione da parte delle società a individuare i singoli colpevoli. Perché i maleducati possono essere anche pericolosi».
Davvero è solo maleducazione?
«Non possiamo pensare che faccia parte della cultura del nostro popolo inneggiare al Vesuvio o urlare Napoli colera, o fare i buu ai giocatori di colore. Credo che il nostro lavoro debba partire dai settori giovanili, da un sistema in cui i ragazzini in mezzo al campo spinti dai genitori sugli spalti, offendono il rivale. Ecco, l’etica è uno dei nostri capisaldi».