Tanto Napoli nel 4-0 del Benevento nel derby con la Salernitana

Nell’anticipo a segno l’esterno Maggio, Improta, Insigne jr e Asencio

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Dopo 33 anni, le streghe spingono sul rogo la Salernitana: 4-0, rotondo ed esaltante. Ora è ufficiale: la seconda squadra della Campania – visto anche il recente passato in A – è il Benevento. Colantuono frena di brutto dopo l’ottimo colpo col Padova, con Ascoli e Verona in casa, dovrà rifarsi. Vince il Benevento, si prende il derby con un finale in crescendo: primo tempo per stordire (con Maggio), ripresa per randellare (Improta, Insigne e Asencio). Sfida tattica, veloce, godibile e dal finale straripante.

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LA CHIAVE 

Colantuono va sul pratico: Di Gennaro in panca, niente suggeritore dietro Djuric e Jallow, 3-4-1-2 rinviato a data da destinarsi. Meglio un «pacchetto di mischia» in mezzo, per rintuzzare e ripartire, con Di Tacchio leggermente arretrato (e centrale) da Akpa Akpro e Castiglia ai suoi lati. Bucchi conferma chi ha sbaragliato a Venezia, tridente su tutti, ma la partenza è granata, anche se Puggioni nei primi 10’ non tocca palla. Jallow fa ammattire Letizia e Bandinelli, Djuric finisce nella morsa di Volta e Maggio. Bucchi intuisce i rischi, alza gli esterni (Letizia e Maggio), li aggiunge alla mediana, assetto a 5 e tridente d’attacco in linea: qualche verticalizzazione geniale di Tello innesca la macchina offensiva giallorossa, ma anche Micai lavora poco. Il primo sussulto sannita è su un angolo (17’). Ricci soffre Casasola (gli sradica, in area, un pallone al veleno dai piedi), Coda (ex) praticamente nei primi 30’ (tranne un assist) la «struscia» mai. Gara veloce, frizzante ma che evapora quando, nelle due aree, la manovra deve produrre il gol. Non a caso, la rete che spariglia tutto nasce da angolo: Maggio, solo davanti la porta (Casasola se lo perde), schiaccia in rete il cross di Viola dopo calcio d’angolo.

TENUTA

 L’intervallo vede giganteggiare un interrogativo: Bucchi riuscirà a tenere sulla corda i suoi, o pause e amnesie pericolose viste a Venezia rifaranno capolino per la gioia di Colantuono? La Salernitana cambia assetto: difesa a 4 (Casasola arretrato), 4-3-1-2, ma dura un attimo. L’uscita di Anderson (botta alla testa, notte in ospedale per accertamenti) modifica tutto: Pucino esterno sinistro, Casasola a destra. L’assalto della Salernitana dura solo gli 11’ iniziali. Ricci allunga il Benevento, guadagna angoli, allevia la tensione, spinge. La Salernitana fa fatica a reagire, a rispondere, l’innesto di Di Gennaro serve a raccordare mediana e attacco, innescare Djuric, gestir palla. Un po’ riesce, un po’ no perché le ripartenze sannite sono micidiali (26’ Coda scatto e tiro), il raddoppio arriva proprio con la Salernitana sbilanciata in avanti. Insigne-Viola innescano Improta che in spaccata devia nel bel mezzo dell’area. Di Tacchio e compagnia vanno alle corde, Improta prende la traversa (41’), Insigne di testa manda in rete un cross da sinistra, chiude Asencio, appoggiando alle spalle di Micai l’assist di Tello. Sì, le streghe mandano al rogo la Salernitana 33 anni dopo. E il fuoco è scoppiettante…

Fonte: gasport

 

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