Serie B, D’Angelo ‘sposa’ l’Avellino

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Nessuno come lui: Angelo D’Angelo è ormai un pezzo di storia dell’Avellino, unico calciatore ad avere indossato la stessa maglia in quattro diverse categorie, partendo dalla serie D all’indomani del fallimento del glorioso club biancoverde. Poi un gradino per volta accedendo in quella che si chiamava C2 per approdare poi in C1 e quindi nella cadetteria frequentata da cinque stagioni.
Nove anni ad Avellino, qualcosa di impensabile per un salernitano che mai ha rinnegato le origini sposando però pienamente la mentalità della gente tra cui vive da tanto tempo, apprezzando sia calcisticamente che umanamente una tifoseria che ritiene D’Angelo un irpino d’adozione. «Il mio rapporto con i tifosi è splendido. Mi hanno sempre sostenuto, anche nei momenti più brutti. Sono contento e fiero di essere parte di questa provincia. Tengo molto ai nostri tifosi che, giorno dopo giorno, hanno dimostrato il loro affetto in modo leale, come solo la gente irpina riesce a fare, come è capace di volerti bene in questo modo».
A Salerno è soltanto nato ma ha vissuto sempre ad Ascea, nel Cilento, dove ha iniziato a giocare al calcio ma nella Salernitana non è riuscito ad approdare pure dimostrando valide qualità. «Ci sono andato vicino, fermandomi a Vallo della Lucania con la Gelbison», ricordava tempo fa il capitano dell’Avellino che, pure impegnandosi tanto con la squadra irpina, è riuscito a trovare il tempo per laurearsi. Guai, però, a chiamarlo dottore. «Ho voluto dare una soddisfazione ai miei genitori e a me stesso, laureandomi in Scienze Motorie. Consiglio a tutti di studiare, ti aiuta a crescere a livello mentale, a sviluppare un pensiero, ad allenare il cervello e nel calcio questo serve tantissimo oltre ovviamente alla capacità di saper giocare».
VETERANO. Con l’Avellino ha giocato 275 partite, nella ultracentenaria storia del club irpino nessuno ha collezionato più presenze di lui ma D’Angelo vuole migliorare il suo record. Ha un contratto già rinnovato per la prossima stagione ma potrebbe pure prolungare il rapporto. «C’è un discorso aperto con la società. E’ stato un anno durissimo e difficile. Anche se sono stato criticato aspramente in talune situazioni, resto particolarmente legato alla parte sana della nostra tifoseria. Dovremo evitare un altro campionato come gli ultimi due, vissuti in modo assai sofferto. Personalmente ho dato tutto, nonostante una situazione fisica non eccellente, ma alla fine ho ottenuto quello che volevo».

Corriere dello Sport

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