Marolda: “Il caos organizzato ed il battito d’ali”

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Scrive Francesco Marolda:

Caos organizzato ed effetto farfalla. Cose nobili che riguardano la scienza e la filosofia. Teorie moderne, attuali, chissà se davvero sperimentate sino in fondo, che s’applicano alla matematica, alla fisica, alla vita e pure al pallone se s’incrociano allenatori che si chiamano Sarri e Gasperini e se in campo ci sono calciatori che hanno ai piedi ali lievi e colorate.
Caos organizzato, certo. Infatti, la magistrale organizzazione del disordine di Bergamo si scatena per un tempo e un poco perché tutti e due i signori allenatori hanno l’ardire di voler ricamare calcio in spazi angusti ed affollati e ancor più rimpiccioliti da severe, nerazzurre marcature. Sì, proprio là, a centrocampo, dove l’Atalanta è maestra dell’uno contro uno e il Napoli, invece, del palleggio. Che è condizione impossibile a verificarsi quando giochi contro l’Atalanta su un prato che diventa un flipper e un pallone che rifiuta di farsi governare. Anche se, magari, chi guarda ha la sensazione di godere di chissà che cosa e non s’accorge, invece, che la partita è solo un’illusione. Che in realtà non succede nulla e nulla può accedere se non capita un errore o un’invenzione. O un battito d’ali di farfalla, certo. Un battito leggero che però, come in quel fantascientifico racconto di tant’anni fa, cambia la storia. Il verso. Allora del mondo, ieri d’una assai più modesta partita di pallone. Ali, piedi che s’erano persi e che si sono ritrovati e che restituiscono emozioni a tutti ed il sorriso al signorino Mertens. E che dopo i mugugni fanno brindare alle vacanze lunghe e al calcio a colazione. Proprio così, egregio signor Sarri: viva la sosta se poi questo è il risultato. E, invece, abbasso il turn over quando non si può e non si deve fare. Perché celebrato il Napoli che rafforza il suo ruolo di legittimo comandante di questo campionato, un rammarico rimane. Legato a quella Coppa Italia compromessa proprio contro l’Atalanta. Compromessa perché quel giorno in campo ci andò un Napoli con ben sei riserve. Una missione impossibile per una squadra che soffre da morire se contemporaneamente mancano anche soltanto un paio di titolari. Che poi è la grandezza ma anche il limite, il rischio di questa storica stagione. Ecco perché, in attesa di Ghoulam e Milik e visto che c’è ancora tempo, sarebbe importante portare a casa almeno un ricambio di sicuro e anche di immediato affidamento.

Fonte: CdS

 

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