Braglia (Ex all. Verdi): “Il ragazzo è esploso improvvisamente. Già lo avevo notato nella Juve Stabia”

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Piero Braglia ha allenato Verdi ai tempi della Juve Stabia parla del ragazzo ai microfoni del Roma: «Non è più giovanissimo, ma è maturato in modo esplosivo. Può giocare in una grande»

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Ci sono treni che passano una sola volta nella vita e bisogna prenderli al volo. E’ il caso di Simone Verdi, classe ’92, il cui nome è sulla bocca di tutti. E’ vivissimo l’interesse del Napoli, che sta lavorando con il Bologna ed è in attesa di una risposta dal calciatore stesso. Ora tutti conoscono questo talento cresciuto nel Milan, ma in pochi forse ricordano che in Campania c’è già stato. Era il 2013 e un giovanissimo Simone cercava il rilancio pochi chilometri più a sud di Napoli, nella Juve Stabia in Serie B. Stravedeva per lui Piero Braglia, che di quella Juve Stabia era l’allenatore. Attualmente al timone del Cosenza, il tecnico originario di Grosseto forse sapeva prima di tutti dove sarebbe riuscito ad arrivare quel giocatore.

Che ricordo ha di Simone Verdi nella sua esperienza a Castellammare di Stabia? «All’epoca era un giocatore ancora in fase di costruzione. Aveva poco più di vent’anni e veniva da una stagione non felicissima al Torino. Approdò da noi nella finestra di gennaio e divenne subito titolare, collezionando diverse presenze in quella seconda parte di stagione. Devo dire che le sue qualità già si vedevano, già all’epoca dicevo che sarebbe diventato un calciatore forte».

Quali sono le doti di Verdi che più l’hanno impressionata? «Fui sorpreso dal fatto che utilizzasse destro e sinistro alla stessa maniera. E’ un giocatore dunque ambidestro che ha un bel tiro. Tra le sue qualità ci sono sicuramente la resistenza alla corsa e la capacità di trovare sempre una giocata giusta quand’è lucido. Già all’epoca calciava con entrambi i piedi e molto bene».

 E’ un calciatore che è esploso quest’anno, a 25 anni, forse con un po’ di ritardo. Pensa che sia così? «No, credo che ognuno debba fare il proprio percorso. Ci sono tanti esempi di calciatori arrivati tardi in Serie A che però poi sono riusciti a fare la differenza. Simone ha cominciato a giocare in Serie A con regolarità a 24 anni, forse un po’ tardi per quelli che sono i tempi moderni, ma sicuramente non si trattava di un giocatore avanti con l’età. Non penso che ci siano particolari problemi per lui nell’affrontare un campionato impegnativo come la Serie A, a prescindere dalle ambizioni del suo club».

Quindi pensa che possa essere all’altezza di una piazza esigente come Napoli? «Certo. E’ un giocatore che può giocare in qualsiasi squadra del nostro campionato, Napoli compreso».

Giuntoli e Sarri stravedono per lui. «Sì, è abbastanza normale. Sicuramente la dirigenza partenopea l’avrà monitorato attentamente per un po’ di tempo prima di aprire una trattativa. Se lo vogliono davvero come sembra, vuol dire che sia l’allenatore che tutti gli altri che hanno voce in capitolo l’hanno ritenuto adeguato alla squadra azzurra».

 Nella sua Juve Stabia giocava da trequartista, mentre nel Bologna gioca perlopiù da esterno d’attacco. Quale pensa che sia il ruolo in cui si esprime meglio? «E’ un giocatore così duttile che sa dare il meglio di sé in qualsiasi posizione. Sono sicuro che Sarri, per quanto è bravo, troverà la collocazione tattica giusta per un giocatore come lui».

 

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