Il solito neo in difesa. Jorginho: “Che non accada martedì!”

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Il solito, piccolo, neo in difesa. Per fortuna questa volta senza gravi conseguenze. Se non ci fossero stati il gol di Romagnoli e l’incertezza di Reina (il sinistro rasoterra del milanista per quanto bello e potente è stato comunque scagliato da quasi trenta metri), la fase difensiva sarebbe stata perfetta. Perché ieri è qui che il Napoli ha vinto la partita, concedendo a gente come Kalinic, Suso e Andrè Silva le briciole, cioè niente. Nove reti incassate finora in campionato, peccato per quella beccata dal Milan perché non sta né in cielo né in terra, metà bella e metà casuale, per giunta in pieno recupero. Resta comunque negli occhi la prestazione brillante del pacchetto arretrato, impreziosita da due elementi che hanno fatto la differenza.
Parlar bene di Koulibaly non è una novità. Ha francobollato Kalinic e tutti quelli che si affacciavano nel suo orticello, muscoli e temperamento, e una volta nel secondo tempo s’è messo a fare pure l’Insigne della situazione andando a dribblare in area rossonera. Di solito una piccola gaffe se la concede sempre in novanta minuti, questa volta zero per la gioia di Sarri. Elegante nelle uscite, deciso nelle entrate, non s’è mai perso d’animo quando in due andavano ad attaccare la zona centrale, è ricorso alle maniere dure quando doveva. L’intesa con Albiol è certificata, quest’anno più che mai, con lo spagnolo e il senegalese in campo è tosta per tutti passare. Ma i miglioramenti di Kalidou sono netti, roccia affidabile e punto di riferimento per uscire con la palla al piede, quando gli avversari pressano il comandante Raoul.
Bravo Koulibaly, bravissimo Mario Rui. Plauso speciale al portoghese per avere saputo fronteggiare l’emergenza e superare l’ambientamento. Deve aver lavorato sodo durante la sosta perché l’autonomia fisica è cresciuta tantissimo, per tutto il primo tempo nessuno s’è accorto che su quel lato mancava Ghoulam. Attento nel ripiegare, micidiale nel ripartire, probabilmente sottovalutato dai milanisti che pensavano di poter affondare su quel lato, battezzata la parte debole del Napoli: invece proprio sul binario mancino si sono viste le cose migliori, buona l’intesa con Hamsik e la reciproca copertura con Insigne. E anche un tunnel a Borini che nelle idee del proprio allenatore doveva affondare e che invece s’è ritrovato per un’ora a fare il difensore aggiunto. A un certo punto, intorno al 60′, avrebbe avuto bisogno di ossigeno, divertente il siparietto con Sarri che si è protratto quasi cinque minuti, con il tecnico che si informava di continuo sulle sue condizioni. Dopo avete temporeggiato un paio di volte, Mario Rui ha alzato bandiera bianca: «Basta, mister, non ce la faccio più»: e allora fuori il portoghese e dentro Maggio.
Si deve replicare, adesso. Martedì ancora al San Paolo ma per la Champions, partita da dentro o fuori contro lo Shakhtar, ci vorrà il miglior Reina contro l’attacco brasiliano della formazione ucraina, un Hysaj magari più intraprendente e poi molto dipenderà proprio da Rui, se cioè l’allenatore intenderà ripresentarlo in campo dall’inizio. Il duo Albiol-Koulibaly, garanzia assoluta in campionato, è atteso alla riconferma in Europa, lì la qualità degli avversari sale maledettamente. Lo ha detto pure Jorginho: «Siamo stati quasi perfetti in difesa, contro il Milan l’unico errore è stato quello di allungarci troppo nel secondo tempo. Martedì non dovrà accadere».

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Fonte: Il Mattino

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