Sarri: “Ero talmente inferocito che mi ero persino scordato che avevamo vinto”

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Prigioniero del proprio dovere di bellezza, Sarri ritrova il suo Napoli solo per un po’ di minuti del primo tempo. Ma la notte con il Feyenoord è comunque dolce. Al tecnico azzurro basta affidarsi all’estro del suo tridente delle meraviglie che fa quel che gli pare contro gli olandesi. Si limita a mettere i lupi nella capanna dei porcellini ed è normale che finisca come è finita. A Manchester, a questo punto, contro Guardiola, c’è già in palio il primo posto del girone.

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Sarri, era importante vincere per restare in corsa per la qualificazione? “Era importante. Ma mi fa incazzare l’idea di aver preso un gol a dieci secondi dalla fine in questa maniera così assurda. La differenza reti potrebbe alla fine essere fondamentale. E certe reti non possono essere regalate come abbiamo fatto noi”.

Dove hanno sbagliato i difensori? “Hanno sbagliato a palleggiare. E a tenere palla senza allontanarla dall’area quando mancavano dieci secondi dalla fine. Mi chiedo, cosa pensavano di poter fare? Ci vuole pragmatismo in quegli istanti”.
Ma è lei che non vuole i rinvii e punta al possesso sempre, o no? “Vero, ma a dieci secondi dalla fine è impossibile riuscire a costruire una palla-gol. E quindi a quel punto bisogna usare la testa e mandare via il pallone. In una partita dove il Feyenoord non è mai riuscito a entrare nella nostra area, mi secca aver preso un rigore e subito un gol. Chiaro che ci sono alcune cose da rivedere nella vittoria di ieri”.
Davvero così infastidito? “Ero talmente inferocito che quando sono uscito dal campo mi ero persino scordato che avevamo vinto. Poi per fortuna me lo hanno ricordato…”.

Potevate chiudere prima la partita? “Forse sì. Ho molti rimpianti per i gol che non siamo riusciti a realizzare nel corso dei novanta minuti”.
In dieci partite, già fatti 30 gol. È una squadra travolgente in Italia e ora anche in Europa? “Se vogliamo diventare una squadra importante dobbiamo cercare di andare più avanti possibile in Champions. Poi è ovvio che non possiamo certo vincerla. Ho visto nella gara con il Benevento 50mila spettatori, ieri sera c’era la metà. C’è molta più convinzione in campionato perché anche i tifosi vivono queste gare in Champions come una festa. È una cosa inconscia. Ma certo non vogliamo fermarci alla fase a gironi”.
Siete a tre punti come lo Shakhtar. “Io volevo il riscatto della partita in Ucraina e ho avuto una buona risposta. La squadra ci crede, la reazione c’è stata. Gli ottavi, ovviamente, non sono ancora a portata di mano. Sono un obiettivo perseguibile, fattibile, ma non sono una cosa semplice da conquistare. Dobbiamo lottare e abbiamo voglia di farlo”.
Reina è stato senza dubbio protagonista? “Ha giocato una gara di ottimo livello. Perché se prendiamo il 2-1 la partita cambia e non so come sarebbe andata a finire”.
Perché Ounas per Callejon: è una indicazione per il campionato? “No. Questa è la Champions, la panchina era corta, si fanno delle scelte prima. Anzhe Zielinski e Rog potrebbero giocare all’esterno nel corso della stagione”.
Ha l’impressione di una squadra più matura rispetto al passato?
“Probabilmente lo è. Anche se non è totalmente perché se siamo più maturi non dobbiamo fare i regali che abbiamo fatto con il Feyenoord. Siamo stati impeccabile quasi sempre, tranne in alcuni momenti. E in quei momenti abbiamo corso rischi che non avremmo dovuto correre”.
Maksimovic è apparso pronto? “Nikola ha fatto fatica a Ferrara, dove l’ho visto un po’ contratto soprattutto nell’approccio. Ieri ha avuto una indecisione con Koulibaly, al 93′, quando si correvano incontro. Ma a 12 secondi, ci vuole un minimo di pragmatismo da parte di tutti”.
Perché Albiol non è andato neanche in panchina? “Ha un problema a un flessore della schiena. Non ha buone sensazioni e non potevamo certo correre rischi”.
I tre là davanti sono tra i migliori in Europa?
“Non so se sono tra i migliori ma stanno facendo cose importanti: hanno doti in fase di realizzazioni, aiutano molto”.
Hamsik sta mandando segnali di crescita? “Sì. Ma per riuscire a superare il momento dovrebbe allenarsi di più. Ma non può. Perché si gioca solo”.
Ancora con le nazionali? “Le nazionali penalizzano tutto il calcio non solo il Napoli. Perché non consentono di far allenare i calciatori. Io sono innamorato del calcio e vorrei vedere i giocatori giocare al massimo. Bisogna organizzare meglio i calendari. Le nazionali devono essere confinate in un periodo dell’anno e basta. Per esempio a giugno”.
E gli altri sembrano d’accordo. “Mi metto nei panni di un presidente che paga un milione al mese a un giocatore. E poi vederlo partire per 30 giorni con la sua nazionale negli ultimi 75 giorni. Per giocare contro Malta, Cipro, San Marino, Lussemburgo e così via. Che senso ha”.

Fonte: Il Mattino

Foto SSCN

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