Benevento, Iemmello gettato subito nella mischia

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La Strega è stufa di prendersi solo i complimenti, ora è tempo di far punti. Bella impresa. Il calendario è stato impietoso. Le prime due partite con Sampdoria e Bologna erano parse tutto sommato quelle più Serie A logoabbordabili, ma non sono arrivati punti. Ora che l’organico è pressoché al completo si parano davanti alla squadra giallorossa avversari del calibro di Torino, Napoli e Roma. Baroni non si fascia la testa, esige risposte immediate dai suoi. I punti bisogna andarseli a prendere dovunque, anche contro avversari che sulla carta sembrano inavvicinabili. Questione di prestazione. Il tecnico chiede «straordinaria intensità» al gioco della squadra e gol agli attaccanti. E’ proprio nel reparto avanzato che c’è la novità più sostanziosa, con Piemarco-baronitro Iemmello pronto a prendersi l’attacco del Benevento e la scena del massimo campionato. Re Pietro, come lo avevano ribattezzato nelle sue precedenti esperienze in giro per l’Italia, ha il gol nel Dna e dopo le poche presenze fatte segnare nel Sassuolo l’anno scorso vuole trovare continuità e la definitiva consacrazione in giallorosso. Al suo fianco dovrebbe iniziare Massimo Coda, a formare una coppia dalle potenzialità offensive infinite. Serviranno rifornimenti continui per mettere in imbarazzo la difesa del Torino. Non cambierà sulle fasce Baroni, almeno inizialmente. Corsie laterali affidate a Ciciretti e D’Alessandro.
«I nuovi arrivi servono anche a crearci utili alternative», ammicca Baroni. Come dire che se ce fosse bisogno sarebbero pronti a fare il loro esordio il marocchino Lazaar, uno che ha fatto il fenomeno fino a due anni fa nelle file del Palermo, l’azzurrino Parigini, per altro ex essendo appena arrivato dal Torino, e il laziale Lombardi, che forse è ancora un po’ indietro di condizione. Scelte per lo più fatte da parte di Baroni per quella che può essere l’inizio di una nuova storia nel campionato di serie A. Il tecnico è stato chiaro: «Finora siamo riusciti ad essere all’altezza sul piano del gioco, ora dobbiamo imparare ad essere più cinici».

Corriere dello Sport

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