Fabio Cannavaro: “Ai tifosi, del Pipita, non è piaciuto che sia andato via di notte, senza salutare. Mi piace come Sarri ha cambiato il Napoli. Il San Paolo è il San Paolo: quando è pieno, li senti tutti”

0

Il doppio ex di Napoli e Juve, e attuale allenatore del Tianjin Quanjian in Cina, Fabio Cannavaro, ha parlato di Napoli-Juventus a La Stampa: “Il posticipo di domenica sera dimostra che è pericoloso andare al San Paolo a fare una partita solo difensiva. Il Napoli attacca la profondità, ti buca tra le linee, e può mettere in difficoltà qualsiasi squadra. Domani la Juve dovrebbe cercare di giocare meglio, perché già altre volte non l’ha fatto, pur vincendo: alla lunga, può essere un problema. L’organizzazione difensiva è importante, ovviamente, ma se poi devi vincere le partite? Lo dico anche pensando alla Champions”. 

Factory della Comunicazione

Su Higuain – “La mia prima partita da ex al San Paolo? Dicembre 1995, con il Parma: 1-1. E uno striscione: ‘Novanta minuti da nemico con Napoli nel cuore’. La società rischiava il fallimento, furono costretti a vendermi. Higuain? Ai tifosi, del Pipita, non è piaciuto che sia andato via di notte, senza salutare i compagni e l’allenatore: dal giorno alla notte, appunto, se n’è andato. È stato un trauma. Da compagno, me la sarei presa? Ma no. Sono trattative che nascono così veloci che uno a volte non ci pensa. E poi ognuno è libero di fare quel che vuole. Alla fine, se la Juve l’ha comprato è perché qualcuno la clausola l’ha messa, e s’è fatto tanti soldi. Da tifoso, fischierei? Ovviamente. Ma il fischio è uno sfottò: se l’hanno fischiato tanto è perché aveva lasciato tanto amore. L’indifferenza gli avrebbe fatto molto più male. Quanto male farebbe un gol di Higuain al San Paolo? Dai tifosi verrebbe visto come un tradimento. Il problema è che un gol del Pipita ci può stare, ne fa così tanti. Però, giocare al San Paolo non gli è indifferente”. 

Su Sarri “Dice che c’entra anche il peso politico? Alla fine in campo ci vanno i giocatori: la forza della società è che programma in anticipo rispetto agli altri, e investe su giocatori forti. E poi, quelli che arrivano prendono subito la mentalità di chi deve vincere. Sai che è l’unica cosa che conta. Al Napoli manca il salto di qualità, cioè i punti persi in casa con le medie-piccole: fanno la differenza. Negli scontri diretti le motivazioni le trovi in automatico. È una cosa che riguarda il Napoli e le squadre che da anni sono lì e non riescono a vincere. Mi piace come Sarri ha cambiato il Napoli, con il suo gioco verticale: una squadra che va avanti-dietro-avanti. Soprattutto sul centro-sinistra, dove sono praticamente perfetti”. 

S Allegri  – “E’ molto bravo nella gestione dei giocatori. L’uomo dicisivo? Premesso che Mertens da punta è straordinario, sempre sul filo del fuorigioco e con l’attacco della profondità, penso a Insigne: quest’anno ha fatto davvero cose importanti. Uno per la Juve? Più che un giocatore, penso a una decisione: se la Juve vuole andare in finale di Coppa Italia, Allegri deve far giocare la miglior formazione: sennò, rischia”. 

“Il San Paolo è il San Paolo: quando è pieno, li senti tutti”. 

Potrebbe piacerti anche
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.