“Juve m….” dice Marcello Taglialatela (Fdi), esponente della commissione parlamentare Antimafia, ai microfoni de La Zanzara, intervistato da Giuseppe Cruciani e David Parenzo e contribuisce a movimentare, e non di poco, la vigilia di Napoli-Juve. «Chi si comporta in un determinato modo merita quel tipo di giudizio. A me pare una verità lapalissiana non sono io a aver revocato due scudetti alla Juve» le dichiarazioni del deputato. E ancora: «Non faccio un millimetro di passo indietro riguardo a questo giudizio – continua – che non è mio ma della giustizia sportiva. Io non rinnego nulla, chi si dovrebbe vergognare è chi ha corrotto o condizionato gli arbitri», aggiunge. «Non ho fatto dichiarazioni contro la Juve e poi una cosa sono gli insulti sportivi altri gli insulti razziali. Una squadra che ha per effetto di una sentenza una revoca di scudetti per me merita quel tipo di appellativo quando commette quelle cose». E giù il putiferio a partire dalla presidente dell’Antimafia, Rosy Bindi: «Le parole dell’on. Taglialatela sulla Juve sono gravi e inutilmente offensive anche verso la serietà e l’impegno del lavoro della Commissione Antimafia» ha detto visto che proprio la Commissione di cui fa parte l’onorevole sta indagando sui presunti rapporti della Juve con esponenti della Ndrangheta. «Da parte della società ha aggiunto Taglialatela in merito – è stato sottovalutato – nella migliore delle ipotesi – il ruolo di Agnelli in reati così gravi. A me non interessa una punizione di Agnelli, voglio che il Napoli batta sul campo la Juve. A me interessa è che il calcio faccia i conti con la sottomissione delle società da parte degli ultrà».
Ma il tifo in politica è trasversale e così anche Roberto Fico, deputato M5S e presidente della Commissione di Vigilanza Rai, ospite del programma di Rai Radio1 Un Giorno da Pecora si lascia sedurre da un pronostico: «Con l’arrivo dei Cinquestelle al governo scudetto al Napoli? Sarebbe bellissimo, una grande coincidenza, sarebbe stupendo». Azzarderebbe un paragone calcistico Pd-Juve e Napoli-Cinquestelle?, gli viene chiesto. «Si, è un paragone che si può fare».
