Quagliarella core’ngrato torna a parlare degli azzurri: “Napoli e Juve Stabia sempre nel cuore, avrei voluto finire in maglia azzurra la mia carriera”

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La notte di Elfsborg è rimasta impressa nella mente di ogni napoletano. Il Napoli vinceva i playoff e tornava in una Europa che contava con un Cavani in più, pronti per scalare le classifiche  continentali e dare l’assalto a quella parola proibita che si chiama scudetto. Il tam tam cominciò dalla mattina: Quagliarella venduto alla Juventus. Si, è vero, undici gol nella stagione precedente non avevano convinto del tutto, ma con un Cavani che era una scommessa ed un Quagliarella in rampa di lancio, sembrò un anatema che si abbatteva su Napoli e sui suoi tifosi. Alla Juve poi, core ‘ngrato antesignano di Higuain. La notizia esplose nellaprofonda Svezia con il bomber di Castellammare che dovette giustificare alla curva la sua scelta. Napoli si divise tra coloro i quali attaccarono De Laurentiis, chi se la prese con con Mazzarri, chi con lo stabiese che a sua volta imputò al presidente la sua partenza. In conferenza stampa parò di step in avanti nella sua carriera. Ai magistrati di Torre Annunziata disse:«De Laurentiis mi ha mandato via dal Napoli per delle lettere che mi accusavano di partecipare a dei festini a suon di droga con esponenti della camorra e di essere pedofilo. Minacce giunte anche a mio padre e alla mia fidanzata dell’epoca». Da allora Quagliarella ha avuto più di una occasione per tornare in maglia bianconera al San Paolo ma ha collezionato un solo minuto complici infortunio (rotturadel crociato)e scelta tecnica (panchina). Poi due partite e due gol in maglia Torino. Assist di Maksimovic nel 2014/2015,rigore dell’1-1 dopo il vantaggio di  Insigne nella stagione scorsa e le scuse. Unì le mani e chinò il capo in segno di perdono, rivolgendosi alla curva azzurra. La cosa fu gradita all’ombra del Vesuvio, non sotto la Mole. Da allora il figliol prodigo che incantò nel 2009 in quella sera di agosto con una doppietta al Livorno ha cominciato quel rapporto di amore e odio che solo negli ultimi tempi si è un po’ stemperato grazie anche a quelle scuse. Il veleno è alle spalle.In totale dodici partite giocate contro il Napoli (cinque al San Paolo) con quattro gol fatti, due in maglia bianconera (uno al San Paolo), gli altri due con il Torino sempre a Fuorigrotta. Indelebile è il bacio della maglia al gol contro la Juventus. Indelebile come il modo in cui è andato via.«Quando firmai per il Napoli sognavo di chiudere la carriera lì – ha detto recentemente – Poi è andata come è andata… Sono state dette tante cose non vere. Fa male essere fischiato, reputandomi un ottimo professionista. Il Napoli e la Juve Stabia sempre nel cuore »

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Fonte: Il Mattino

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