Riccardo Muni: “Napoli, la reggenza che …non regge”

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Il primo appuntamento ufficiale del Napoli alle prese con l’emergenza Milik, è stato un test assolutamente probante e, purtroppo, si è concluso con una dolorosissima e pesantissima debacle casalinga. Il carnefice del ciuccio ferito è stata la Roma, che ha imposto a Sarri il primo ko casalingo da quando siede sulla panchina del Napoli, facendo vivere al tecnico il punto più basso della sua gestione. Una partita storta, giocata malissimo, con un primo tempo caratterizzato dal dominio sterile dei padroni di casa, troppo lenti nel fraseggio e, di conseguenza, prevedibili e gli ospiti rintanati e pronti a colpire in contropiede. Nel primo tempo, l’unica emozione è stato il gol della Roma, innescato da un errore macroscopico di Koulibaly. Della partita con i capitolini non si è salvato praticamente niente: non un segnale positivo che possa attenuare gli effetti di una sconfitta pesante, non un bagliore di luce se si eccettua Mertens, tra i pochissimi in palla e l’ultimo ad arrendersi. La soluzione adottata da Sarri per sopperire alla mancanza di Milik, è stata la più logica: lanciare Manolo Gabbiadini al centro dell’attacco, con risultati molto scadenti e non solo per colpe del calciatore azzurro. Troppo spesso, infatti, Gabbiadini è rimasto isolato in avanti ed ignorato dai propri compagni di reparto, nonostante cercasse di fare i movimenti richiesti dal tecnico; il risultato finale è stato quello di zero palloni ricevuti in area e zero conclusioni verso la porta giallorossa. Fallita la reggenza interna, nulla ha saputo tirare fuori dal cilindro il buon Sarri, se non un Mertens in versione centravanti tuttofare e se qualcosa di buono si è vista, è stato soltanto per la vena di ispirazione del folletto belga. Purtroppo la reggenza interna, Gabbiadini sostituto di Milik aspettando il mercato di gennaio, non può reggere per più di un motivo: in primis, perché Gabbiadini da punta centrale deve snaturarsi oltremisura, essendo attaccante di fascia; inoltre, visti i ritmi di una partita ogni tre giorni, qualora anche Manolo fosse il sostituto perfetto del bomber polacco, non potrebbe reggere fisicamente un numero così elevato di partite ravvicinate. Urge correre ai ripari, quindi, mettendo sotto contratto uno svincolato di lusso (Drogba, che starebbe per svincolarsi dalla sua squadra a stelle e strisce?) che possa consentire a Sarri di tamponare l’emergenza Milik almeno fino alla prossima finestra di mercato. L’inconsistenza dell’attacco partenopeo è solo la punta dell’iceberg del momento difficile che sta attraversando la squadra azzurra. Alcuni elementi che hanno fatto le fortune della squadra, durante la passata stagione, quest’anno stentano a decollare. Il riferimento è per Allan e, soprattutto, per Jorginho. Se il Napoli soffre maledettamente in difesa non è solo per colpa dei quattro elementi in linea ma anche per la mancanza di filtro del centrocampo. Inoltre, lo stesso Sarri sta venendo meno, poiché alcune sue scelte sono poco condivisibili. Innanzitutto, nessuno ha capito il motivo per cui sabato è stato schierato El Kaddouri al posto di un esausto Callejòn. Non sarebbe stato forse più logico buttare nella mischia il suo alter ego naturale, Giaccherini? Inoltre, quando sarà il momento propizio per gettare nella mischia Diawara e Rog? Non credo che l’ex bolognese possa fare tanto peggio di Jorginho, controfigura dell’ottimo regista ammirato durante la passata stagione. Infine il modulo tattico. L’anno scorso, quando Sarri abbandonò l’idea del trequartista per far spazio al tridente, tutti si complimentarono per la sua duttilità tattica e per il suo non essere fondamentalista. Non commetta l’errore del fondamentalismo quest’anno poiché, nella situazione attuale, in assenza di vero centravanti, la squadra deve partecipare diversamente alla manovra d’attacco e, per fare ciò, non è il tridente il modulo più idoneo. Il fatto che la squadra azzurra non riesca più a trovare la via del gol se non da palle inattive, conferma che qualcosa di diverso dovrà essere escogitato. Per non essere fraintesi: che sia un bene riuscire a sfruttare le palle inattive, che talvolta possono aiutare a sbloccare partite complicate, è fuori discussione. Cosa diversa è il non riuscire a fare gol se non da palle inattive. Chiarito questo punto, il secondo ko consecutivo è costato caro al Napoli, scivolato al quarto posto in condominio con la Lazio e scavalcato dal Milan e dalla stessa Roma. Sebbene l’umore della piazza napoletana sia piuttosto provato, gli impegni ravvicinati che attendono la squadra di Sarri impongono di voltare pagina e di fare si che si tratti solo di due incidenti di percorso ravvicinati. L’occasione si avrà già mercoledì, con l’impegno casalingo di Champions che, oltre ad offrire al Napoli la possibilità di qualificarsi agli ottavi dopo appena tre partite (sarebbe un record!), consentirebbe di chiudere quel cerchio maledetto, iniziato proprio all’indomani del successo ottenuto contro il Benfica…dalla Champions alla Champions, appunto. Avanti Napoli…Avanti!!!

Factory della Comunicazione

Riccardo Muni
@riccardomuni

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