Calcio in Pillole: rubrica di U. Garofalo – Hamsik, simbolo sempre in discussione

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Nome: Marek. Cognome: Hamsik. Segni particolari: simbolo di Napoli, costantemente messo in discussione. Nonostante l’amore per i colori azzurri, è paradossale ed amaro il destino di Capitan Hamsik. L’antico detto “nemo propheta in patria“, “nessuno riesce ad essere profeta in patria”, sta affliggendo l’animo gentile del centrocampista nato in Slovacchia quasi per sbaglio, perchè folgorato ben presto dall’Italia e soprattuto dal fascino partenopeo. Il Vesuvio l’ha ormai adottato, i suoi concittadini non tutti. Marek, mix difficilmente reperibile di talento e professionalità, è stato etichettato come giocatore non decisivo, “abile” a scomparire quando le partite diventano fondamentali. Poco importa a certi personaggi se, con il fido numero 17 sulle spalle, ha trascinato la propria nazionale, di cui è il più giovane capitano della storia, alla fase ad eliminazione diretta nei Mondiali del 2010 e ad Euro 2016; se, con una rete splendida, è stato capace di suggellare la Coppa Italia 2011-12, primo trofeo dell’era De Laurentiis; se, con la fascia di capitano al braccio, ha alzato al cielo una Supercoppa Italiana ed un’altra Coppa Italia; se, con un inserimento dei suoi, ha regalato, a distanza di oltre vent’anni dall’ultima volta, il pass per gli ottavi di finale nella Champions del 2011. Il curriculum di Hamsik, probabilmente, non è quello di un fuoriclasse perchè ha scelto di rimanere fedele al club che fu di Maradona. Se una società vincente come la Juventus l’ha richiesto per diversi anni, con le avances che si susseguono anche nell’odierna sessione di calciomercato, in fondo, un motivo ci sarà. Il ruolo essenziale che ricopre nello scacchiere di mister Sarri, paradossalmente, è messo in discussione proprio da chi dovrebbe apprezzarlo ed osannarlo: dopo 38 partite da titolare su 38 disputate nello scorso campionato, c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di screditare il talento di Banská Bystrica. Oltre ad un innato fiuto del goal (6 reti a referto nel torneo appena concluso) ed una capacità unica di mettere in porta i compagni (26 assist nelle ultime due stagioni, 11 solo nella scorsa), Hamsik si prodiga in un lavoro oscuro spesso non percepito: secondo le statistiche Opta, il capitano azzurro, con Sarri, si è reso protagonista di 57 contrasti (75% vinti), 19 respinte, eppure solo 16 falli e nessun cartellino. Non male per un centrocampista prettamente offensivo, in grado di concludere a porta 62 volte (29 nello specchio) e di realizzare 3.013 passaggi (87% realizzati), creando 94 occasioni. Ordine e disciplina, un cocktail di cui questo Napoli non può fare a meno. Fatevene una ragione, cari detrattori.

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Calcio in Pillole, rubrica a cura di Umberto Garofalo
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