Il papà e il nonno di Lorenzo Tonelli non volevano che giocasse al calcio, vediamo il perchè

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A 10 anni, il piccolo Tonelli comincia ad andare su e giù con Empoli. Alle 19, però, puntuale a casa lo attendono i compiti con la mamma Simona. Va avanti così fino a 15 anni, quando l’Empoli comunica che lo vuole inserire nel settore giovanile. A quel punto, nonno Luigi dà l’alto là: «È pericoloso, meglio che smetta: le pallonate possono procurare dei traumi cranici».Ma come, sul più bello? Lorenzo non ci sta, insiste che vuole continuare. E allora il nonno professore e il papà decidono di trovare da soli una risposta alle proprie ansie: «Iniziammo a fare una ricerca sulle conseguenze degli impatti del pallone sulla testa dei calciatori e arrivammo alla conclusione che il problema non è colpire la palla, ma farsi colpire dalla palla». E così, Lorenzo può continuare nella sua scalata. Intanto studia e si diploma al liceo scientifico. Ma ovviamente, non decide di seguire le orme dei suoi famosissimi parenti.

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