IlTalentonline – Un numero 10 celestiale

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La scuola calcistica uruguayana ha sempre espresso calciatori dalle doti atletiche e caratteriali decisamente importanti, meno i classici funamboli sudamericani. Quelli sono sempre stati una priorità brasiliana o argentina. Poi, però, ad ogni regola fa seguito un’eccezione. Come lo fu Alvaro Recoba, così oggi lo è Giorgian De Arrascaeta. Presente, futuro prossimo e anteriore di un piccolo grande paese come l’Uruguay. Il giovane talento nasce a Nuevo Berlin nel giugno 1994, calcisticamente invece tra Pescadores Unidos, Club Anglo e Defensor Sporting. La prima con la maglia di quest’ultimo club non è proprio delle più banali: Defensor Sporting vs Danubio 3 – 1. Nel Torneo di Clausura diventa già titolare indiscusso: 14 match disputati sui 15 disponibili, 3 gol e 2 assist. L’annata 13 – 14 è quella della definitiva consacrazione. Esordisce anche in Copa Libertadores e conduce i suoi in semifinale grazie a 2 segnature e 4 passaggi vincenti. Il Cruzerio, che De Arrascaeta affronta e batte nella fase a gironi, se ne innamora e decide di vestirlo di blu a inizio 2015 per 4 milioni di euro. Soldi benedetti visto il talento naturale dell’uruguayano che ha messo insieme 33 gettoni, 5 reti e 2 passaggi vincenti con il team di Belo Horizonte. D’altronde un artista del pallone come lui non potrebbe giocare altrove se non nella patria del futbol bailado, a metà tra sport e spettacolo. Punto di riferimento della selezione under 20 ai Mondiali, persi soltanto ai rigori contro la Francia, e speranza di quella maggiore, alle prese con il ricambio generazionale. Il 10 è un De Arrascaeta 1trequartista puro, un giocoliere ambidestro con la sfera tra i piedi. Salta all’occhio la sua grande sensibilità nel tocco, è delizioso nella giocata di prima intenzione e irriverente quando cerca e trova il sombrero sul malcapitato marcatore. Baricentro basso, play avanzato capace di lanciare il compagno in profondità, speciale nel dribbling. Fa fatica quando c’è da coprire il campo in lungo e ad alta velocità, mancando di continuità nel corso dei 90 minuti. Dimostra maturità nel lavorare tra le linee e dettare il passaggio, ha doti da opportunista ma segna ancora poco in rapporto alla mole di occasioni create. La scuola calcistica uruguayana ha espresso un numero 10 dalle doti celestiali, come il tono della sua maglia.

Factory della Comunicazione

a cura di Francesca Flavio

 

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