“Parliamo del centrocampo” di Gabriella Calabrese: “La tela del ragno”

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Tutta la settimana Maurizio Sarri ha predicato attenzione e concentrazione. “Testa al Carpi, non sarà facile” e non lo è stato. Schierato con il 3-5-2 l’undici di Castori chiude tutti gli spazi agli azzurri e cerca di imbrigliare la manovra azzurra, soprattutto creando una ragnatela attorno a Marek Hamsik.

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Marek Hamsik
Marek Hamsik

Il capitano azzurro, viene puntualmente raddoppiato e spesso addirittura triplicato quando è in possesso palla, deve rientrare spesso e sterzare continuamente. E’ il solito collante tra difesa ed attacco, ma la densità ospite lo infastidisce e lo confonde. Nonostante ciò, è sempre presente a tutto campo, si inserisce e si propone, in special modo sull’ out mancino e gioca un notevole numero di palloni. Osservando gli azzurri, la sensazione è che il ritmo non sia quello solito e, la cosa che si evidenzia in maniera più  chiara, è la mancanza di movimento senza palla. Al centro, in cabina di regia, per l’assenza di Jorginho, c’è Valdifiori. ValdifioriI due percepiscono e  affrontano il ruolo in maniera diversa: l’ex Verona più portato alla manovra, più geometrico; l’ex Empoli più portato al rischio, con la ricerca improvvisa delle verticalizzazioni. Oggi però, pare che siano i tempi di gioco a mancare, Valdifiori appare poco dinamico e reattivo. Certo, con tutti i giocatori avversari chiusi dietro la linea della palla, il suo gioco, alla ricerca della profondità, ne risente. L’assenza di Jorginho toglie agli azzurri lo scarico sicuro che il regista brasiliano è solito fornire, nonostante Valdifiori sia presente nei momenti di scarico senza pressione degli avversari. Higuain viene dietro a prendersi palla, Callejon taglia spesso splendidamente, ma la manovra azzurra non è fluida come sempre. Allan, come suo solito, è tutto corsa e recupero, ma spesso perde in lucidità. Ha di fronte avversari schierati nella propria trequarti, prova gli uno contro uno e cerca di inserirsi sulla destra. La difficoltà di sfondare, non toglie, però, agli azzurri, la pazienza del provarci. Il giro palla è continuo, si va per vie centrali e sugli esterni e la tela intessuta dai ragni viene premiata, vince la pazienza del ragno. Partita “sporca”, ma successo meritato, mediana a tratti in affanno, ma tenace per 3 punti pesantissimi.

a cura di Gabriella Calabrese

 

 

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