ESCLUSIVA- Intervista a Luca Vennitelli presidente del club “Parma Partenopea”

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In esclusiva per il Napolionline.com l’intervista a Luca Vennitelli presidente del Parma Partenopea (club affiliato all’ACAN).

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Ripercorrendo la storia del club quando e come è nata l’idea di fondare il “Parma Partenopea?“Come spesso succede, anche il nostro è un club nato per puro caso. Nel 2011, dopo la partita Parma-Napoli, mi sono riunito con qualche amico per parlare del match e, tra risate e qualche chiacchiera, abbiamo deciso di intraprendere questo percorso per unire tutti i tifosi partenopei che vivono qui. Il nostro, oltre ad essere un club, è un associazone e dunque come associazione il nostro obiettivo è l’aggregazione. Abbiamo rapporti anche al di fuori dall’ambito sportivo e ci vediamo spesso per grigliate e pizze, per parlare di noi e della nostra città”.

Ad oggi il club quanti iscritti conta e ad occhio qual è la loro fascia di età?Al momento siamo all’incirca 50 soci e l’età media non supera i 30 anni”.

Organizzate riunioni? Come sono impostate e quali sono gli argomenti che tendono a far discutere di più?”Noi come direttivo ci incontriamo più o meno 3 / 4 volte l’anno per stabilire e parlare dei nostri obiettivi. Poi ci incontriamo con i soci per capire come migliorare il club e come organizzare trasferte e quant’altro. Siamo un club aperto ed accettiamo ogni tipo di suggerimento. Dal lato umano discutiamo poco o niente e, se ci sono diverbi, sono dovuti a visioni diverse di un match o comunque strettamente legati allo sport”.

A livello statistico quanti match seguite allo stadio in un anno calcistico? Siete soliti organizzare trasferte al San Paolo o avete seguito gli azzurri anche in altri stadi d’Italia?Al San Paolo seguiamo molto raramente, di solito seguiamo lì le partite Europee. In campionato ci spostiamo per le trasferte al Centro Nord, quindi contro l’ Udinese, la Juve, il Milan. Se ci è possibile amiamo anche seguire la nostra squadra in Europa infatti ci stiamo organizzando per la trasferta a Villarreal”.

Da tifoso fuori sede come è l’impatto con Napoli e i napoletani?Io, come tutti i fondatori del club, sono napoletano di origine, costretto a trasferirsi qui per motivi lavorativi. Ogni volta che in trasferta incontriamo tifosi provenienti da Napoli scherziamo e cerchiamo il confronto, frase tipica è: ”Che si dice dalle tue parti?”. Siamo lontani dalla nostra città d’origine quindi, l’unico modo per sentirci vicini alla nostra terra, è informarci tramite i social e confrontarci con i nostri “fratelli” durante le trasferte”.

Negli ultimi giorni a Napoli è stato alzato un polverone per gli sfottò forse troppo spinti di Sarri nei confronti di Mancini. Qual è la vostra posizione a riguardo?”Di sicuro il mister ha commesso un ingenuità, sbagliando sicuramente, ma chiedendo scusa. La verità è che tutto si sta amplificando perché si tratta di Napoli, se ciò fosse successo altrove il caso sarebbe sfumato in 24 ore. Si sta cercando di minare l’ambiente e lo spogliatoio che mai sono stati cosi uniti”.

Ricorda le trasferte  del club al San Paolo? Qual è stata la più emozionante?”Ricordo come se fosse ieri il match di Champions contro il Chelsea, quella fu per noi una trasferta da brividi. L’ansia del viaggio in pulman, l’emozione della partita e il ritorno che non fu mai così piacevole. D’altronde ritornare a casa dopo una vittoria è sempre meglio, si gusta tutto di più. Un’altra trasferta che non dimenticherò mai, ma non del tutto in senso positivo fu la finale di Coppa Italia a Roma contro la Fiorentina, quando mori Ciro Esposito, eravamo tutti in quella strada e ci fu un gran casino. Quella fu una trasferta che mi segnò”.

A Parma ci sono mai stati problemi con tifosi di altre squadre non facenti parte del club?No, non abbiamo mai avuto nessun problema. Ci rispettiamo a vicenda e ti dico di più, durante l’ultimo anno del Parma in serie A esposi anche uno striscione del nostro club in loro solidarietà visto che come noi napoletani persero un fratello, un tifoso”.

Il Napoli ne ha date di soddisfazioni in questa prima parte di campionato. Come festeggiate dopo una vittoria?”Una bella pizza tra di noi, chiacchiere e divertimento. Ormai è diventata una tradizione, commentiamo la partita vinta e aspettiamo con ansia quella successiva”.

Il Napoli per ora si è aggiudicato il titolo di campione d’inverno, quali sono le vostre aspettative per questo girone di ritorno?”Lo spogliatoio è unito, le cose stanno andando bene, ma meglio dire tutto a bassa voce. C’è ancora un girone di ritorno da giocare, la Juve si sta avvicinando e ci sono fattori esterni che possono minare lo spogliatoio”.

Chi è l’idolo calcistico del club ?”Sarebbe facile dire Higuain, ma la verità è che noi del club siamo innamorati di Callejon, ha scatto, resistenza, combatte. Per noi quel numero sette racchiude l’essenza della squadra, ovvero, il lavoro di gruppo”.

 

A CURA DI ROSANNA BUONAURO.

 

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