Napoli e il suo fattore K

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Il calcio è una cosa semplice. Alla faccia degli schemi, dei trattati di “covercianese” e dei moduli. Il calcio è una cosa semplice. Soprattutto se in squadra hai un giocatore come Kevin De Bruyne. A Napoli lo stanno capendo in fretta un po’ tutti. Il secondo tempo della partita contro il Genoa è stata la fotografia di questo manifesto di esaltazione della semplicità. Quando dalla panchina si è alzato il belga, sul Maradona l’aria è rapidamente cambiata. Perché Kevin De Bruyne è l’ago della bilancia che in questo inizio di stagione ha praticamente quasi sempre indirizzato dalla parte degli azzurri l’andamento di una partita.

Kevin è arrivato in estate dal Manchester City con il pensiero fisso di provare una nuova avventura e dimostrare innanzitutto a se stesso che si può essere grandi anche fuori dalla propria confort zone. Così, come si legge tra le pagine de Il Mattino, Kevin si è messo a disposizione di Antonio Conte fin dal primo minuto del ritiro di Dimaro e poco alla volta ha preso per mano la squadra. Per i risultati in campo non c’è stato bisogno di aspettare troppo. Perché il primo sigillo di De Bruyne è arrivato all’alba del campionato, quando sulle spiagge italiane c’erano ancora ombrelloni a tutto spiano e gli azzurri esordivano (vincendo) sul campo del Sassuolo.


A proposito: i tre gol fin qui già segnati da Kevin sono arrivati tutti lontano dal Maradona (Reggio Emilia, Firenze e Milano), motivo per il quale il popolo azzurro sta ancora aspettando il momento per abbracciare il campione dopo una rete sotto i propri occhi.
Quando è in campo lui il Napoli segna a raffica. Oramai è una certezza. Con De Bruyne in campo sono arrivate 13 delle 14 reti stagionali degli azzurri. Praticamente il 99% dei gol. 


Non ha bisogno di arzigogoli, di doppi passi, di stop ad effetto. Si limita a fare bene ogni minima cosa, dalle verticalizzazioni ai movimenti senza palla. E quando in campo c’è lui i compagni sanno sempre dove appoggiarsi. È stato così con il Genoa, quando ha preso per mano gli azzurri e li ha condotti al pareggio prima e al sorpasso poi. La grandezza del campione si vede nelle piccole cose. In quelle più semplici. Come il calcio, che quando c’è De Bruyne diventa addirittura semplicissimo.
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