“Per costruire, spesso, occorre prima distruggere” : la rivoluzione di Conte
È stata una rivoluzione silenziosa, escludendo alcuni interventi ad alta voce fatti da Conte. Interventi che avevano soltanto l’obiettivo di rendere il Napoli, per un calciatore, sempre più meta ambita e non tappa di passaggio. Dalle macerie causate da una stagione balorda, con tre allenatori e il decimo posto, alla gloria dello scudetto. È stato possibile grazie agli investimenti di De Laurentiis, al lavoro del tecnico e dei giocatori, alla passione popolare. E come scrive Il Mattino, grazie anche alle regole fissate da Conte.
Punto secondo: «I grandi cambiamenti non passano attraverso una presa di posizione di un grande numero di persone. È perdente l’idea di voler cambiare tutto e tutti semplicemente chiedendo loro di farlo. Non funziona così. O, se funziona, sarà per un brevissimo periodo. È importante, invece, ricordare che un piccolo gruppo di persone fortemente motivate può letteralmente stravolgere le caratteristiche di un’organizzazione. Più della quantità, servono qualità, determinazione, esempio costante, senza nessuna eccezione, anche se di pochi. Saranno loro a essere contagiosi, e saranno i “resistenti”, inevitabilmente, ad adattarsi alla nuova mentalità».