Esclusiva-Eraldo Pecci: “Quando si prende Conte, si sa che sarà una bella stagione. Maradona è una delle persone più belle che abbia mai conosciuto. La storia del Torino è un patrimonio”
Eraldo Pecci, ex storico centrocampista di Torino e Napoli è intervenuto in esclusiva ai microfoni de Ilnapolionline.com per parlare della prossima gara tra Napoli e Torino. Ecco le sue parole:
L’Inter è reduce da una pesante eliminazione in Coppa Italia nel derby contro il Milan e ora affronterà la Roma. Secondo lei, questa sconfitta potrà influire sul percorso della squadra di Inzaghi da qui alla fine della stagione?
“Beh, perdere secondo me non fa bene, ha perso male anche Bologna alla fine. Questa è la dimostrazione che è una squadra forte ma battibile. Io credo che quando vai in campo la psicologia conti poco, se c’è un avversario che corre bisogna che gli corri dietro.
Lei ha indossato le maglie di Napoli e Torino. Che tipo di partita si aspetta domenica tra queste due squadre?
Il Torino in questo momento sta bene. Il Napoli sulla carta ha un calendario migliore di quello dell’Inter, però la partita che ho visto a Monza non è stata molto bella e non ha portato tante note positive. Credo che il Napoli cercherà di trovare tutte le forze che ha a disposizione per vincere questa partita.
Il Toro è un periodo che sta bene, però il Torino in questi anni purtroppo è spesso primo nella classifica a destra e ultimo a sinistra, per cui è sempre a metà classifica e con poche speranze di andare nelle coppe.
Qual è il suo pensiero in merito alle parole di Conte? Secondo lei sarà ancora alla guida del Napoli anche il prossimo anno?
Quando si prende Conte, si sa che sarà una bella stagione perché lui è uno di quei pochi allenatori che riesce ad essere un valore aggiunto. Però si sa anche che ha il suo carattere e dove è andato ha spesso avuto dei problemi così alla Juve, così al Chelsea, così all’Inter.
Qual è il ricordo più bello che Maradona le ha lasciato?
La cosa più bella di Maradona è com’era, sempre a disposizione di tutti specialmente degli ultimi.
Non ho mai sentito un compagno o un avversario parlare male di lui, perché era una persona eccezionale dal punto di vista della disponibilità, dell’intelligenza e della solidarietà. E’ una delle persone più belle e buone che abbia mai conosciuto.
Lei ha scritto la storia del Torino, vincendo l’ultimo scudetto nel 1976. A suo avviso, quali sono le ragioni per cui il Toro non riesce più a tornare ai livelli di un tempo?
Prima che lo vincessimo noi nel 1976, dal 1949 erano passati 27 anni per cui se tu guardi il palmarès del campionato spesso leggi Inter, Milan, Juve difficilmente leggi un’altra squadra e io ho visto che neanche Maradona ha vinto due campionati di fila neanche Falcao, neanche Zico. Ci sono dei giocatori che sono venuti da noi più bravi del mondo ma fuori da quelle tre squadre non è facile vincere il campionato.
Dal punto di vista della storia, il Toro è un patrimonio di un grande valore affettivo e questo va difeso.
Nell’ultimo periodo a Torino è evidente qualche contestazione verso l’attuale proprietà, lei che pensiero si è fatto su questa situazione?
Se tutti i tifosi protestano avranno le loro ragioni, però nessuno può pretendere che tu ti metta in confronto con Milan e con l’Inter. C’è da dire che dopo tanti anni si potrebbe anche passare la mano e far provare un altro, però ognuno della sua roba fa quello che gli pare”.
A cura di Emanuele Arinelli
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