Sai che spasso lassù

Maradona e Pelé sono stati arte e divertimento in movimento

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Maradona e Pelé, la sintesi del calcio

 

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Siamo fatti di linguaggio, emozioni, narrazioni, storie. Ognuno di noi, cresce con la comunicazione e il racconto tramandato di tutto ciò che è stato e lo abbina a tutto ciò che vivrà. Tutti gli appassionati di calcio che hanno vissuto e sono cresciuti con il mito del più grande dualismo della storia del calcio, ma anche i vari medium e libri, hanno trasmesso ai più giovani la sana rivalità tra Maradona e Pelé. Dopo Diego, purtroppo ci ha detto addio anche O Rey  all’eta di 82 anni, e il pensiero a D10S è immediato. Quasi come se vivessero in simbiosi, l’uno con l’altro.

Quante volte al nostro orecchio è balzata la domanda, chi è più forte, Maradona o Pelé? Due geni assoluti del calcio che hanno vinto di tutto e hanno fatto sognare intere generazioni e due grandi popoli come Argentina e Brasile. Un Mondiale che resterà nella storia, quello vinto da Diego nel 1986, grazie a “La Mano de D10S” e il “Gol del Secolo”, e addirittura tre Mondiali vinti con il Brasile da O Rey ( 1958, 1962, 1970 ).

 

Caratteristiche diverse ma giocatori simili nell’essere leader e trascinatori. Un paragone che risuona ancora oggi in tutti noi. E ora potremmo dire, dopo anni di rivalità nel decidere chi fosse il migliore, che sono arrivati proprio lì, alla pari nel loro pianeta ideale: il paradiso. La famosa livella di Totò si applica a due dei più grandi di tutti i tempi che hanno segnato per sempre l’immaginario collettivo degli amanti del gioco più bello del mondo. Maradona e Pelé sono stati arte e divertimento in movimento con un pallone che rotolava sui campi di tutto il mondo. Due “politici” onesti che hanno promesso gioia al popolo e l’hanno regalata per davvero.

La sintesi e l’espressione pura di quello che rappresenta per davvero questo sport: giocate, classe, gol e dribbling ai massimi livelli. Ma anche un lato umano vero, trasparente, che è arrivato a tutti, con pregi e difetti.

La rappresentazione per eccellenza del gioco del calcio, uno di fronte all’altro come i Messi e i Ronaldo dei giorni nostri. Ma non ce ne vogliano i due fuoriclasse ex Barca e Real Madrid, il confronto D10s-O Rey trascende, si innalza e tocca tutte le epoche fino a raggiugnere l’eternità. Quell’eternità richiamata anche dal Napoli, che ha postato sui social un fotomontaggio che ritrae i due epici numeri 10 mano nella mano di spalle in paradiso. Il calcio è mito, identità, appartenenza, sogni ad occhi aperti di intere popolazioni, quei sogni che hanno realizzato i due Diez più grandi di sempre.

 

Diversi ma uguali

 

Pelé e Maradona

 

Campioni di epoche, contesti, e mondi diversi. Maradona ha spaziato per tutta Europa, dal Barcellona al Napoli passando per il Siviglia oltre le esperienze sudamericane con il Boca Juniors e il Newell’s Old Boys. Dal 1976 al 1997. Pelè ha disputato la sua carriera prevalentemente in Brasile con la maglia del Santos. Dal 1957 al 1974. 

Pelè ha macinato record su record, ha realizzato 757 reti in 816 gare ufficiali e 1238 nel totale in 1363 match, oltre ad aver ricevuto il premio Fifa di “Miglior giocatore del XX secolo” condiviso con Maradona ad ex aequo. Giocatore veloce, potente, tecnico e cinico. Iconico come il suo più grande rivale Diego, diverso dal brasiliano, più vicino al divino per aver trascinato la nazionale argentina e il Napoli dei due scudetti e la Coppa Uefa da leader assoluto. Eroe tecnico e carismatico. Un ribelle venuto dal Barça con la missione di rialzare e riscattare il popolo partenopeo.

Uno più completo, l’altro più decisivo, ma entrambi sono leggenda. Rivalità che diventano mito come Nadal-Federer, Messi-Ronaldo, Larry Bird vs “Magic” Johnson, Niki Lauda vs James Hunt. Non sono mancate le frecciatine tra i due nel corso negli anni passati, ma loro rivalità extra-campo è stata senza dubbio amplificata dal dualismo calcistico.

Maradona e Pelé non sono andati via, hanno solo cambiato forma. Per un attimo non chiediamoci chi sia stato il più grande della storia e pensiamo a celebrarli singolarmente senza paragoni. A ciascuno il suo eroe, ma il giocatore, il mito dietro le preferenze, resterà di tutti.

Maradona è di tutti, Pelé è di tutti. O Rey ha realizzato il desiderio che espresse quando morì Diego: “Un giorno spero che potremmo giocare insieme in paradiso”. E viene da pensare, immaginando una lezione di calcio agli angeli: sai che spasso lassù!

 

Di Simone Di Maro

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