A MENTE FREDDA (RUBRICA)- Tutte le curiosità su Cremonese-Napoli

Approfondimento su Cremonese-Napoli

0

Cremonese e Napoli tornano a sfidarsi in serie A dopo ventisei anni, coi partenopei mai vincenti in passato in casa dei grigiorossi.

Factory della Comunicazione

La Cremonese è riuscita a tenere testa al Napoli per novantadue minuti nel posticipo della 9° di giornata di serie A giocato ieri pomeriggio alle 18:00 allo stadio “Zini“. Una vittoria quella dei partenopei che ha assunto contorni ancora più larghi solo in pieno recupero e che forse non rendere giustizia alla prestazione coriacea dei grigiorossi.

Ecco, di seguito, i principali spunti del match:

  • Il fiato corto: vuoi che fin qui le aveva giocate tutte, vuoi che la Cremonese aveva un centrocampo aggressivo e molto fisico, ma ieri Anguissa non ha certamente giocato la miglior partita con la maglia del Napoli. Un pochino disordinato e in alcuni tratti pigro, il camerunese probabilmente avrebbe meritato il cambio molto più del suo “finto gemello” Ndombele (in forte crescita il francese). Ma come detto anche in passato (CLICCA QUI PER A MENTE FREDDA NAPOLI-TORINO), Spalletti non lo toglierebbe neanche nelle partitelle del giovedì.

 

  • Gli anni 80′: è stata tignosa la Cremonese e molto ostica per tutti i novanta minuti, tanto da creare apprensione e fastidio al Napoli fino al 92′ senza mai mollare. Va però detto che i ragazzi di Alvini, soprattutto sullo 0-0 e sull’1-1, hanno proposto un’idea di calcio “vintage” fatto di calci a gioco fermo (ne parleremo tra poco) e di tantissimi falli a spezzettare la manovra degli avversari. Anche la fase offensiva della Cremonese non mi è sembrata “da lustrarsi gli occhi” con lanci lunghi per la punta e palla “in the box” con la speranza di creare scompiglio. Personalmente mi aspettavo qualcosa di più, al netto della difficoltà del match, da chi era stato etichettato come erede di Sarri.

 

  • Il “cattivo“: ha una faccia da bravo ragazzo e un carattere apparentemente freddo, ma Khvicha Kvaratskhelia sa accendersi soprattutto se provocato dagli avversari dimostrando una grinta e una “cattiveria” che ben si sposano con la sua classe. Basta guardare cosa succede al minuto 24, quando all’ennesimo fallo subito a palla lontana il georgiano prima si arrabbia e protesta con l’arbitro e subito dopo decide di fare tutto da solo. Si allarga sulla fascia non di competenza, entra in area e al momento di calciare in porta si fa toccare da un avversario guadagnandosi un rigore sacrosanto per tutti tranne per qualche “moviolista” il cui numero di telefono inizia per 02…

 

  • La voglia: a fare la differenza in questo inizio di stagione in casa Napoli è la “fame” di giocare e guadagnarsi spazio in questa squadra. Qualcuno ha provato a inventare dei problemi e a creare polemiche, parlando di un Cholito Simeone prima e di un Chucky Lozano dopo piuttosto scontenti per il minutaggio ridotto in campo. E invece i due sudamericani, pur entrando dalla panchina, hanno deciso e indirizzato Cremonese-Napoli nella fase finale del match, rivelandosi delle pedine preziose e dei titolari al pari di almeno altri quattordici quindici elementi. Come dice sempre Lucio, a fare la differenza fin qui è la grande disponibilità di tutti i ragazzi in rosa, lasciando forse intuire che in passato non è sempre stato così.

 

  • La mossa del record: con quella di Cremona il Napoli batte ogni record di vittorie consecutive della sua storia, arrivando a quota otto tra campionato e Champions. Una crescita di questo gruppo che ha tanti padri, dal presidente De Laurentiis che ha saputo vendere e investire, a Giuntoli bravo a individuare tutti profili da Napoli a prezzi vantaggiosi, sino a Spalletti. Già perchè il tecnico di Certaldo ha saputo plasmare il gruppo a sua immagine, valorizzando chi c’era prima e accelerando l’ambientamento dei nuovi innesti. Ieri Lucio ha vinto la partita con una mossa ben precisa sul risultato di 1-1, ovvero l’ingresso di Zielinski per Raspadori a poco più di un quarto d’ora dalla fine. Per molti un azzardo perchè servivano i tre punti, ma in realtà il ventiduenne emiliano (assolutamente non bocciato ieri) nella posizione di sottopunta andava spesso a limitare i movimenti del Cholito, pestandogli i piedi. Pietro invece è andato ad occupare una posizione più arretrata a ridosso del centrocampo, aumentando la qualità del palleggio della squadra. Grande, grandissima intuizione!

Articolo a cura di Marco Lepore

Potrebbe piacerti anche
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.