Di Ascenzo, pres. Codacons: “Questione DAZN? Sono battaglie che combattiamo da anni”

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Gianluca Di Ascenzo, presidente Codacons, ha parlato oggi della questione DAZN ai microfoni di “1 Football Club” su 1 Station Radio.

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Se Dazn è un servizio streaming, si presuppone che dovremmo essere liberi di guardare la stessa partita da due cellulari, perché invece viene prelevata questa possibilità e quali saranno le prossime mosse del Codacons? “La questione riguarda Dazn e tutte le piattaforme in correlazione al concetto di nucleo domestico. Se si ha un abbonamento standard, cioè quello meno elevato dal punto di vista dei costi, e due dispositivi sono collegati con lo stesso indirizzo IP, allora è possibile vedere il calcio su due dispositivi differenti. Se, invece, l’indirizzo dovesse essere differente, l’abbonamento standard non sarebbe più efficiente e quindi dal punto di vista del costo, bisognerebbe sborsare circa 40 euro.

Questa è una mossa che Dazn aveva già tentato di effettuare mesi fa, riscontrando delle opposizioni, anche dallo stesso Codacons. Queste sono battaglie che combattiamo da anni per non danneggiare il mercato. Dobbiamo comunque rammentare e sottolineare che le condizioni delle famiglie italiane non sono rosee. Tuttavia, raddoppiare i costi per vedere partite di calcio mi sembra una mossa poco oculata, anche perché il Codacons ha chiesto alla Lega di rivalutare questa nuova decisione di Dazn.

Vero che è migliorata la qualità del segnale, ma è anche vero che a gennaio sono stati presi dei provvedimenti per imporre a Dazn nuove modalità da rispettare. Insomma, sarebbe stato il caso di non applicare questo aumento in tali condizioni”.

Chi difende Dazn sostiene che in Europa i nuovi prezzi stabiliti siano gli stessi: però forse c’è una connessione ed una distribuzione tecnologica differenti rispetto a quelle vigenti in Italia, ci si dovrebbe adeguare al resto d’Europa prima di applicare questo provvedimento?


“È un’osservazione corretta, non tutti in Italia attualmente hanno la possibilità di godere di una buona connessione, attraverso l’utilizzo della fibra. Giusto guardare queste situazioni al di fuori dei confini italiani, ma non tutti qui hanno la possibilità dei servizi offerti dalla fibra. Un conto è avere la fibra che giunge direttamente a casa, un altro che arriva prima alla cabina e poi la connessione arriva all’abitazione attraverso il rame. La fotografia è quella descritta, ma non tutti hanno la possibilità di vedere un film o una partita per le condizioni non ottimali in cui si trovano.

Probabilmente prima di fare un paragone che sia corretto, bisogna monitorare prima le condizioni interne”. Nel momento in cui la Lega ha deciso di vendere i propri diretti televisivi a Dazn, nessuno ha pensato che in Italia non si fosse ancora pronti a godere della fruizione di questo servizio? L’errore madornale forse è stato commesso nel momento in cui sono stati venduti questi diritti?


“È corretta come osservazione. È giusto esaminare in linea generale il fenomeno, ma nel particolare Dazn aveva già dimostrato di non avere la tecnologia atta a risolvere il problema. Per non restringere il campo esclusivamente a Dazn, anche per l’ottenimento di alcuni bonus affiliati alle biciclette, la rete ha dimostrato la sua inefficienza, al netto delle potenzialità messe in campo dai gestori telefonici. Sicuramente c’è stata una lieve leggerezza, anche perché la situazione del paese era già nota lo scorso anno. Lentamente all’interno delle case si sta inserendo la fibra, seppur di rame. Oggi ci saranno, però, i consumatori i quali saranno costretti a pagare il raddoppio imposto da Dazn, ma non nelle condizioni sperate”.

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