Luigi Lauro (Proc.): “Ho un conto in sospeso con il Napoli”

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A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Luigi Lauro, procuratore:

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Perché ha un conto in sospeso con Napoli?
“Il calcio lo ha salvato, viene da un quartiere della periferia di Napoli in cui i ragazzi non hanno molte possibilità. Grazie alla sua forza di volontà, ed al dono di saper giocare al calcio, è riuscito a venire fuori da questo ambiente particolare ed il suo desiderio più grande è quello di ispirare tanti ragazzini che, come lui, hanno avuto la sola sfortuna di nascere in un luogo dimenticato dalle istituzioni”.
Ci hai detto che vuole essere un esempio per i ragazzini napoletani: puoi raccontarci un aneddoto per farci capire da dov’è partito?
Pasquale (Mazzocchi) è davvero l’esempio di chi ce l’ha fatta. Da piccolo, intorno ai 12 anni, dopo scuola e prima degli allenamenti faceva il fruttivendolo. Il suo mister dell’epoca, Giuseppe Araimo, per un periodo lo vedeva affaticato e gli chiese quale fosse il motivo. Il ragazzo, con estrema ingenuità, gli raccontò del suo ‘nuovo’ lavoro e della paga da miseria che percepiva, ma che era necessaria per aiutare la famiglia. Vedendo in lui un potenziale importante, per tutta risposta gli promise che per ogni gol segnato gli avrebbe dato la stessa paga che percepiva settimanalmente lavorando. Se non fosse stato per Araimo, probabilmente Pasquale sarebbe diventato uno dei tantissimi talenti napoletani che lasciano il calcio per dedicarsi al lavoro ed aiutare la famiglia in difficoltà. Il mister è stato un secondo papà per lui, visto che i suoi genitori biologici erano impegnatissimi, ogni giorno, a trovare qualche soldo per mettere il piatto a tavola”
Possiamo definirlo anche un esempio di costanza, visto che è arrivato in Serie A a 26 anni
“Sì, lui è uno che non molla mai e non lo ha mai fatto neanche da giovanissimo. Da ragazzino ha subito tante bocciature a causa della sua statura, fino ai sedici anni era più basso dei suoi coetanei. Adesso è alto 183 centimetri, ma si è sviluppato tardi e, di conseguenza, è esploso tardi. Sulla sua carriera ha influito positivamente anche mister D’Aversa nella esperienza al Parma, perché è stato il primo a farlo giocare nel ruolo di terzino destro dove, secondo il suo parere, sarebbe potuto arrivare in una squadra di Serie A che punta all’Europa”.
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