“Il Mattino” vota il Napoli in Polonia (1-4) – “Trottolino Demme, la sicurezza di Juan Jesus, la conferma di Anguissa”

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La strada che porta agli ottavi di Europa League non è più una salita tortuosa, ma inizia a diventare una più comoda discesa con le ultime due tappe da giocare con Spartak Mosca e Leicester. La seconda vittoria sul Legia certifica la forza di una squadra che ieri a Varsavia si è presentata senza 4 titolari, e che titolari: Insigne, Osimhen, Fabian Ruiz e Mario Rui. La partita si era messa male (tra gol subito e traversa centrata) ma con la calma dei grandi il Napoli ha saputo aspettare il momento giusto per colpire e rialzarsi. Alla lista delle cose belle della serata si aggiungano il ritorno al gol di Mertens e la bella prova di Demme, che in coppia con Anguissa ha funzionato in mezzo al campo nonostante l’assenza di Fabian Ruiz.

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6 Meret 

Il vero pericolo della serata è il freddo del congelatore polacco. Perché se fosse per gli attaccanti del Legia le cose non andrebbero malissimo. Per evitare il gol del vantaggio polacco ci vorrebbero solo i superpoteri, mentre l’ordinaria amministrazione gli riesce senza alcun tipo di problema. 

6,5 Di Lorenzo 

Date una medaglia a quest’uomo. Inesauribile corridore della fascia, non si risparmia mai. Sale, scende, attacca, difende, salta l’uomo, salta di testa: ininterrottamente dall’inizio della stagione. Prima o poi gli chiederanno anche di caricare e scaricare le borse dal pullman e distribuire le casacchine in allenamento. 

6,5 Rrahmani 

Che sia attento e puntuale nelle chiusure non fa nemmeno più notizia. D’altra parte se ha soffiato il posto da titolare a Manolas un motivo valido ci deve pur essere. Prove generale da leader in vista del Verona senza Koulibaly, e seppur l’esame fosse da scuole elementari, il risultato è incoraggiante.

6,5 Koulibaly 

Gli attaccanti del Legia si divertono a giocare a nascondino, ma Kalidou li va a pescare uno ad uno facendogli capire che dopo il gol a freddo nel primo tempo, da quelle parti non si dovrà far vedere più nessuno. Per un’ora abbondante rischia di morire di solitudine: ringrazia Rrahmani e Meret per la compagnia.

6 Juan Jesus 

Utile rincalzo sulla sinistra. Non è un terzino naturale, ma sa calarsi nella parte senza problemi, anche perché da quelle parti si possono dormire sonni tranquillissimi. Aiuta i compagni nella costruzione e raramente si spinge al di là della linea di centrocampo. Mette minuti nelle gambe in vista di domenica.

6 Anguissa 

Quando non si gioca su ritmi bestiali sembra quasi trasformarsi in un giocatore normale. Forse è per questo che si lascia saltare in occasione del gol polacco. Si prende una serata di semi-riposo, perché in mezzo al campo non c’è da fare la guerra come al solito.

6 Demme 

Un’ora a dirigere le operazioni su ritmi sempre molto alti. Trottolino a tutto campo senza perdere mai la lucidità nei passaggi. Il suo rientro a pieno regime è una delle migliori notizie della serata, anche perché la coppia con Anguissa funziona. Sarà contento anche Spalletti.

6,5 Lozano 

La partita dalle due facce. Sfreccia e sgomma, al punto tale che i difensori del Legia se lo vedono passare da tutte le parti, però al momento decisivo sbaglia sempre idea o esecuzione. Dirottato sulla sinistra accelera due volte e porta a casa un gol e un quasi gol.

7 Zielinski 

Ha una voglia matta di fare bene davanti alla sua gente. Colpisce una traversa da buona posizione, ma l’appuntamento con il gol è rimandato solo di un tempo, perché dal dischetto è freddissimo nel segnare la rete del pareggio momentaneo che apre la rimonta azzurra.

6,5 Elmas 

Spedito sulla fascia a fare il vice Insigne, nel primo tempo Petagna gli consegna un pallone con scritto «segna», ma il macedone sparacchia goffamente sul corpo del portiere polacco. Nella ripresa è lucido nel gestire il pallone a centro area e servire Zielinski che si procura il rigore del pareggio. 

7 Petagna 

Nove vero, perché fa valere il fisico dentro e fuori dall’area avversaria. Non solo sciabola, però, perché all’occorrenza sa fare buon uso anche del fioretto. Entra praticamente in ogni gol avviando le due azioni che portano ai rigori e servendo il pallone a Lozano per il 3-1 che virtualmente chiude i conti. 

6 Lobotka 

La bombola di ossigeno che serviva al centrocampo del Napoli. Senza Fabian e con Demme ancora in fase di rodaggio, lo slovacco si piazza al fianco di Anguissa a metà ripresa per fare gioco e far salire la pressione degli azzurri. Non avrà il fisico da fotomodello, ma in mezzo al campo dice la sua. 

6,5 Politano 

Premiato per il coraggio. Si fionda su un pallone che sembrerebbe perso e rischiando di prendere una scarpata in faccia si procura il secondo rigore della serata per il Napoli. Entra con il giusto piglio e infatti le sue giocate sono preziose per ribaltare una partita che si era messa male nel primo tempo.

6,5 Mertens 

Undici metri di felicità doppia: perché con il suo rigore il Napoli mette la freccia sul Legia e poi può festeggiare con il pollicione in bocca per l’arrivo del primo figlio. Spalletti gli chiede di galleggiare alle spalle di Petagna e lui si mette al servizio della squadra dispensando qualche bella giocata. 

6 Zanoli 

Giovane e coraggioso. Gioca stabilmente nella metà campo avversaria e per questione di centimetri non ci mette lo zampino in uno dei gol del Napoli. Mattoncino dopo mattoncino sta costruendosi una credibilità all’interno della squadra: polmoni e polpacci molto utili alla causa.

6,5 Ounas 

Argento vivo, anzi vivissimo. Ogni volta che ha la palla tra i piedi non sai mai cosa può venire fuori. Le sue non sono mai giocate banali, perché guarda e punta la porta da ogni angolo del campo. Il gol è un piccolo grande capolavoro: tocco col sinistro, hop, palla sulla testa del difensore e tiro di destro. 

7 Spalletti 

Mantiene le promesse. Aveva detto che il Napoli avrebbe giocato per vincere, e così è. Aveva detto che avrebbe fatto giocare tutti i 15 giocatori di movimento portati in Polonia, e così è. Aveva detto che la sua squadra ci teneva all’Europa League e la risposta data dal campo non lascia spazio a eventuali dubbi. Senza Insigne, Mario Rui, Fabian Ruiz e Osimhen non cambia la mentalità della squadra. 

B. Majorano (Il Mattino)

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