Piero Chiambretti: “Ora il Toro di Juric fa davvero paura!”

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Il volto di Piero Chiambretti è quello di Tiki Taka, la repubblica del pallone, in onda ogni lunedì sera dopo il campionato in seconda serata su Italia 1. Ma negli anni non ha mai nascosto la sua grande fede per il Torino, una fede che lo fa essere appassionato di calcio a 360 gradi, con una particolare attenzione al Napoli al punto da dire che «in serie A è la mia seconda squadra e la seguo con grande affetto».
Ma partiamo dal Torino che domenica verrà a far visita proprio agli azzurri, primi e a punteggio pieno… «È una stagione di attesa, un po’ come tutte quelle del mio Toro».
Ovvero? «Siamo in attesa che succeda qualcosa. Ma con Juric le cose stanno già cambiando».
In che senso? «Mi è piaciuto il suo sfogo dopo la gara contro la Fiorentina. È un allenatore col cuore Toro e si vede che vuole lasciare segno. Il gioco del Torino è migliorato e impreziositosi da tecnica e organizzazione: il merito è tutto suo. Dopo anni credo che sia arrivato l’uomo giusto insieme ad alcuni giocatori che per noi possono rappresentare le giuste scommesse per il futuro».
C’è ancora amarezza per l’ultimo derby perso contro la Juve? «Noi i derby o li perdiamo o li pareggiamo negli ultimi minuti. È una settimana che mangio zucchero per dimenticare l’amarezza».
Però la Juve non se la sta passando benissimo… «La Juve gioca un altro campionato e le soddisfazioni per le loro difficoltà non possono essere le uniche per noi. Anche perché vedo un Toro nuovo e Juve vecchia che tornerà protagonista, almeno in campionato».
Per ora, però, protagonista è il Napoli: se lo aspettava? «È una squadra costruita finalmente per vincere. Se non ha i soliti cali alla fine del campionato come spesso accade, potrebbe anche essere l’anno giusto».
C’è un giocatore del Napoli che le piacerebbe avere ospite a Tiki Taka? «Al netto di un problema linguistico, vorrei Osimhen. Ho solo paura che sarebbe difficile farlo stare fermo per una intervista: alle volte sembra che vada anche più forte del pullman».
E quindi? «Mi prendo Spalletti, anche perché questo è il campionato degli allenatori».
Perché? «Non l’ho mai incontrato e mi sembra una persona molto interessante dal punto di vista dialettico, quando non si perde nei ghirigori barocchi del linguaggio. È il classico toscano brillante: non è mai banale, cosa tutt’altro che scontata nel calcio dove le interviste sono più o meno sempre uguali».
Lei però ha avuto ospite Mourinho in passato… «Sì, al Chiambretti Night. È un uomo molto intelligente, dalla grande personalità e molto egocentrico. Sa lavorare con le parole. Credo sia un personaggio unico e anche quest’anno darà grandi soddisfazioni ai giornalisti con le sue interviste e le sue conferenze stampa».

Factory della Comunicazione

B. Majorano (Il Mattino)

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