A. Corbo, giornalista: “De Laurentiis tace perchè ha troppe cose da dire”

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Ecco quanto scritto da Antonio Corbo, giornalista de La Repubblica:
Aurelio De Laurentiis ha lasciato il ritiro ed un messaggio criptico. “Chi c’è c’è, chi non c’è…”
Lo scrittore Salvatore Savino (ultimo libro “Mi basta che ci sia tu”) si ispira a Ionesco nel tentativo di spiegare quel che succede. “De Laurentiis tace perché ha troppe cose da dire”.
Sarà vero, ma è il modo migliore per alimentare confusione ed equivoci. Ora più che mai non solo un presidente ha il dovere, ma tutto l’interesse a parlar chiaro. Se il mercato del Napoli è fermo un motivo c’è. E va spiegato.
Ai tifosi bisogna dire che il calcio è terribilmente cambiato in peggio. Ma non per il Covid che ha aggravato la crisi.

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Il cosiddetto gioco più bello del mondo era affondato nei debiti e negli sprechi ancora prima della pandemia. In Italia ancora peggio. I suoi contatti a bassa intensità con Gravina gli impediscono di dirgli la verità. Il presidente della Federcalcio non ha voglia di ascoltare perché teme che svanisca il momento aureo del titolo europeo, Gravina si specchia nel successo di Mancini, ma De Laurentiis deve urlare nelle sue orecchie. Primo: deve contestare il bluff dell’Inter che ha alterato il campionato nella sua regolarità. Ha vinto con giocatori che si è accorta di non poter mantenere sul libro paga. Prima ha vinto lo scudetto poi in un una notte ha smontato la squadra. Come vincere un titolo di formula 1 con un motore sovralimentato, a gara finita sono sostituite le parti tecniche che danno più potenza e si ricomincia. Altro motore, altra corsa.

La Federcalcio ha una funzione di controllo della legalità e della regolarità come la Banca d’Italia deve vigilare sugli istituti di credito.
La Co.Vi.Soc esiste ancora? Bene, batta un colpo. Si iscriva al campionato chi ha i conti in ordine o le garanzie reali, altrimenti adeguate fidejussioni bancarie e non assicurative.
L’Associazione Calciatori chiederà che siano pagati i vecchi stipendi e imporrà di vigilare sulle dichiarazioni liberatorie?
Il Napoli si sta strozzando in una implosione drammatica perché nessuno spiega ai tifosi come e perché il calcio sia cambiato. De Laurentiis non parla perché forse preferisce passare nella valutazione dei tifosi come il gran ricco che può comandare e spendere come vuole. La realtà è diversa. Non può pagare oltre 156 milioni di monte ingaggi a giocatori, tecnici, dirigenti.

Gli sponsor vengono meno, i botteghini sono chiusi a metà, la Champions ha respinto il Napoli senza che nessuno abbia rivelato che cosa sia successo prima di Napoli-Verona, né qualcuno ha confermato la voce di una richiesta di condono delle multe per la rivolta del 5 novembre. Sono intanto cominciate le azioni legali come Allan e Hysaj possono confermare.
In questa congiura del silenzio, va avanti la non-trattativa per il rinnovo del contratto di Insigne.
Nessuno dei due, Insigne e De Laurentiis, può o vuol fare la prima mossa.
Insigne dovrebbe dire: Voglio rimanere a Napoli.
De Laurentiis dovrebbe essere altrettanto chiaro e dire: Come posso aumentare l’ingaggio di Insigne se ho deciso di rinnovarne pochi e a prezzi più bassi?
Quanto inchiostro si è sprecato per annunciare in questi giorni di ritiro l’incontro tra capitano e presidente.
In questa confusione confessiamo anche noi di aver dare un robusto contributo a non far capire nulla.

Fonte: La Repubblica

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