Braccio di ferro per la Pay Tv, è battaglia: Sky ricorre all’Antitrust

0

La guerra dei diritti tv non finisce più. Dopo aver proposto, senza successo, un accordo a Dazn per trasmettere attraverso il proprio decoder la app e attraverso un canale del proprio bouquet satellitare le 7 gare in esclusiva della serie A, Sky ha deciso di rivolgersi all’Antitrust per denunciare l’illegittimità dell’accordo tra la web-tv inglese e Tim.

Factory della Comunicazione

Santa Giulia ha spiegato in una nota di averlo fatto per «essere sicura che milioni di consumatori e appassionati di calcio possano continuare a sottoscrivere la serie A attraverso una pluralità di fornitori di broadband e guardarla sulla piattaforma che preferiscono esattamente come oggi». Il tandem Dazn-Tim, invece, secondo Sky, «preclude la possibilità di distribuire la serie A attraverso altri operatori favorendo così Tim e rafforzando la sua posizione dominante nel mercato della banda larga». Di qui la richiesta all’Antitrust «ad agire con urgenza per garantire che il campionato possa essere fruito da tutti i consumatori in condizioni che favoriscono la concorrenza e la libera scelta».

ALLEATI. Facile che Sky abbia agito così sull’onda delle dichiarazioni di due giorni fa di Filippo Arena, segretario generale dell’Agcm: «Se lo riterrà necessario e comunque in tempi idonei, l’Autorità adotterà le iniziative affinché il campionato possa essere goduto secondo condizioni eque e non discriminatorie e non vessatorie per chiunque». Ad ogni modo, alla mossa di Santa Giulia si sono allineati altri operatori, come WindTre e Open Fiber. «Le autorità nazionali dovrebbero garantire al pubblico la pluralità tecnologica dell’offerta, che si tratti di banda ultralarga, satellite o digitale terrestre», hanno affermato i primi. «Non vi è infatti solo un tema di rispetto delle regole in materia di concorrenza, ma anche un problema di tutela dei diritti dei consumatori», hanno aggiunto i secondi.

STUPORE. Ovviamente, nel tardo pomeriggio è arrivata la risposta di Tim, che ha respinto al mittente l’accusa di posizione dominante. «Siamo stupiti dalle preoccupazioni di SKY sulla concorrenza e la libera scelta dei clienti, dopo che l’Autorità Garante della Concorrenza ha accertato più volte che Sky è un soggetto dominante nel settore della pay tv detenendo una quota di mercato pari a circa l’80%». Tim ha poi sottolineato come ci sia «un percorso avviato oramai da tempo e in cui Dazn, come Netflix, Amazon e Disney+ (e la stessa Sky con Now), rappresentano il futuro della distribuzione dei contenuti, fruibili nelle abitazioni e fuori casa con gli apparecchi tradizionali e con quelli di nuova generazione», Per poi concludere che «continuare a difendere la rendita di posizione del satellitare pay avrebbe l’effetto di danneggiare i consumatori e ritardare l’accelerazione della transizione verso il digitale e le reti di telecomunicazioni ad alta velocità». In serata, ecco la controreplica di Sky: «Prendiamo atto che Tim ha confermato la sua intenzione di restringere la scelta dei consumatori a una sola piattaforma. Sky ha reso i suoi contenuti disponibili su tutte le piattaforme, inclusa quella di Tim. Sky sostiene il diritto dei consumatori di scegliere dove e su quale piattaforma vedere la serie A». Resta alla finestra la Lega, visto che non viene contestata l’assegnazione dei diritti a Dazn e che, in ogni caso, non esistono rapporti diretti tra via Rosellini e Tim.

A cura di Pietro Guadagno (Cds)

 

 

 

 

Potrebbe piacerti anche
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.