Messaggi di distensione tra Dela e Gattuso, la panchina del tecnico non è in discussione

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Il volto del tecnico e dei suoi calciatori, sabato notte sul volo che riportava a Napoli, raccontavano il disagio per l’ultima sconfitta, lo smarrimento, la rabbia. Gattuso ieri ha trascorso la giornata in famiglia, a macerarsi e a cuocere come solo lui sa fare. De Laurentiis stavolta si è fatto vivo con alcuni messaggi di sostegno (non solo a lui), anche per evitare che si possano ingenerare equivoci, ma alla fine pare che il pensiero sia questo: fiducia illimitata a Gattuso. Ovvio, colpisce l’impeto con cui Ringhio dirige la squadra da bordo campo: le sue urla improvvise spesso lasciano perplessi gli stessi calciatori e pare che tradiscono un’ansia eccessiva. Il 4-3-3 è ormai tornato al centro di ogni cosa ed è questo un patto virtualmente sancito con la squadra: non c’è tempo per altro, soprattutto per un 4-2-3-1 che va accantonato e si torna in maniera fissa all’abitino che pare disegnato su misura per Insigne e Lozano. Poi quando tornerà Mertens se ne parla. Non c’è la panchina di Gattuso in palio né in caso di eliminazione da parte dell’Atalanta in semifinale di Coppa Italia né in caso di sconfitta con la Juventus. Non ci sono trattative in corso per un sostituto per il presente. Poi è chiaro che i risultati sono sovrani, e se le sconfitte dovessero continuare si penserebbe a qualcosa. Ma tutto è legato alla classifica: finché il gruppone Champions resta compatto. P. Taormina (Il Mattino)

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