Juventus-Napoli, si andrà verso una decisione “politica”

Probabile che il ruolo dell'Asl non vengono messe in discussione a livello sportivo

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Care amiche e cari amici di Tuttosport,
la sentenza del giudice sportivo su Juventus-Napoli, la partita che non si è giocata per l’assenza del Napoli a Torino non arriverà neanche oggi. E probabilmente neppure entro la fine della settimana. In molti la attendono per lunedì o martedì e, soprattutto, in molti – tra Roma e Milano – si attendono che non contenga il 3-0 a tavolino ai danni del Napoli. E se dovesse contenerlo, è possibile che venga ribaltato in secondo grado. Insomma, Juventus-Napoli molto probabilmente si giocherà, tre mesi dopo la data fissata dal calendario (c’è un buco nel fittissimo calendario il 13 gennaio), ma si giocherà. E il Napoli potrebbe essere penalizzato di un punto per aver violato il protocollo Governo-Figc, non avendo creato la bolla dopo la positività venerdì scorso, dopo la positività di Zielinski. Un compromesso più che una sentenza, una soluzione politica che salva il protocollo (ne uscirebbe solo un po’ ammaccato), ma non sbugiarda le Asl, in particolare la 2 di Napoli, da cui è uscito il documento che ha impedito il viaggio al Napoli. Poco importa che il protocollo avrebbe, effettivamente, permesso al Napoli di raggiungere Torino, se avesse provveduto a creare la famosa bolla in una struttura da indicare alla Asl e alla Lega, come hanno regolarmente fatto il Milan, l’Atalanta, il Torino e il Genoa (proprio contro il Napoli), a fronte del pasticcio di domenica è in corso di preparazione una pezza.

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Tutti sono d’accordo che il protocollo sia il documento più prezioso per il calcio italiano in questo momento. Senza le tavole della legge concordate fra Governo, Cos e Figc in giugno, non si potrebbero finire i campionati con la conseguente implosione finanziaria che porterebbe al fallimento di decine di società in tutte le categoria, a partire dalla Serie A. Insomma, con il protocollo non si scherza, per capirlo bastava sondare umore degli inferociti presidenti della A, tra domenica e lunedì quando si sono trovati a commentare la decisione del Napoli di non partire per Torino.

Ma le Asl non possono essere sbugiardate in modo plateale, soprattutto in tempi di Covid, e una loro decisione – protocollo o no – non può essere stracciata da una sentenza della giustizia sportiva. Ecco perché dalla politica è arrivato un messaggio chiaro in questa direzione: salvare il protocollo, ma anche le Asl. Il 3-0 a tavolino contro il Napoli potrebbe infatti apparire un documento di un’autorità sanitaria locale meno importante dello svolgimento del campionato. E se c’è un’impressione che i politici, in questo momento, non vogliono dare è che il mondo del calcio abbia dei privilegi o si consideri una repubblica a sé. Per cui, va bene punire il Napoli per dare l’impressione che il protocollo è vivo e lotta con noi, ma il 3-0… meglio di no.

Che poi, se uno volesse analizzare in modo approfondito la questione, la vicenda ha una sua linearità che consentirebbe alla giustizia sportiva e alle Asl di andare d’amore e d’accordo. Venerdì il Napoli trova un positivo nella squadra, Zielinski appunto, e – a quanto sta emergendo – non crea la bolla in una struttura predefinita e indicata ad Asl e Lega. Con quella violazione al protocollo, perde i benefici del protocollo stesso, perché senza bolla i giocatori sono, effettivamente, liberi cittadini e, in quanto contatti stretti di un positivi, non potrebbero lasciare l’isolamento, come correttamente detto dalla Asl. Quindi, il divieto della Asl non è un legittimo impedimento di raggiungere Torino, ma il frutto di una negligenza da parte del Napoli, che quindi non è riuscito a disputare la partita per un errore nell’applicazione del protocollo, non per una qualche emergenza locale segnalata dalla Asl. Dalle chiacchiere di corridoio, tuttavia, questa ricostruzione non piace granché.

Resta il rischio che il mancato 3-0 a tavolino contro il Napoli crei un precedente pericolosissimo per il completamento del campionato. Se basta un documento della Asl per rinviare una partita, il giochino potrebbe diventare virale. E’ per questo che un piccolo ritocco al protocollo potrebbe essere apportato nei prossimi giorni, circoscrivendo il raggio di intervento delle Asl e specificando meglio quando e come possono intervenire. E resta la sensazione che tutto quanto sia dannatamente complicato: il protocollo, la bolla, la quarantena soft, le Asl. Però quello stesso protocollo, differente solo in qualche dettaglio, vale in tutti i principali campionati europei e varrà per le coppe Europee: perché solo in Italia la sua applicazione ha creato problemi e non Inghilterra (dove attualmente ci sono dieci positivi in Premier), non in Spagna Francia (dove la situazione Covid è assai peggiore), non in Belgio dove ci sono state squadre con dodici positivi, non in Germania.

Il calcio rischia grosso: le tv non sembrano più tanto entusiaste di un prodotto sempre meno affidabile e i famosi fondi, che potrebbero aiutare la Lega Serie A con i loro soldi, avranno vissuto  con un filo d’ansia gli ultimi giorni in cui uno dei match clou dell’interno campionato è sparito dal palinsesto. Senza quei soldi il calcio va in default, facendo sparire circa 8 miliardi di giro di affari e lo sport nazionale. Seguire le regole, questa volta, non è solo un tema etico, ma anche una questione brutalmente economica.

Fonte: tuttosport.com

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