De Nicola su infortunio Zaniolo: «Più dello stress incide la fragilità delle ginocchia»

L'ex medico sociale del Napoli ai microfoni de "il Mattino"

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Per 14 anni Alfonso De Nicola è stato il medico del Napoli. Dal 2019, però, ha smesso di collaborare il club azzurro e dall’esterno ha continuato a seguire il mondo del calcio soprattutto dall’aspetto medico e sanitario. Durante gli ultimi anni ha dovuto anche affrontare il doppio infortunio di Arek Milik, situazione praticamente identica a quella capitata a Niccolò Zaniolo della Roma.

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Quale può essere il collegamento tra la rottura del crociato di un ginocchio e la rottura dell’altro dopo poco? «Può accadere che entrambi i legamenti siano molto sottili dalla nascita. Questo vuol dire che entrambe le ginocchia siano particolarmente fragili».

È possibile prevedere infortuni del genere o eventuali ricadute? «Praticamente impossibile. Non si opera mai prima che sia avvenuta la rottura».

Ma può aver influito il fatto che i giocatori siano stati fermi per tanto tempo e poi abbiano ripreso con un ritmo di gare così serrato? «Non penso che ci possa essere un collegamento con lo stress dei tanti impegni. Ma è importante anche studiare il tipo di incidente che ti porta all’infortunio».

Ovvero? «I due infortuni di Zaniolo sono molto simili nella dinamica. In nessuno dei due casi c’è stato un incidente traumatico. Quindi è molto probabile che la fragilità delle ginocchia fosse congenita. Prendiamo il caso di Perin: si è rotto entrambi i legamenti ed entrambe le spalle in pochi anni. Tutto dovuto a una evidente debolezza dalla nascita».

Ora cosa c’è da aspettarsi per Zaniolo? «Sarà fondamentale l’aspetto mentale e psicologico».

Lei ha vissuto l’esperienza analoga di Milik a Napoli. «Arek è stato molto forte mentalmente e infatti è tornato alla grande».

Al momento del doppio infortunio Milik era coetaneo di Zaniolo oggi. «L’età influisce tantissimo sui tempi di recupero. Perché più vai avanti con gli anni e meno c’è vascolarizzazione. Lo rivedremo in campo tra i 4 e 6 mesi».

Fonte: Il Mattino

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