Claudio Gavillucci, ex arbitro: “Il libro L’uomo nero? Era l’ultimo atto d’amore per l’AIA”

Su Radio Marte: "L'Associazione Italiana Arbitri è dei 30mila associati"

0
A “Si gonfia la rete”, Claudio Gavillucci, ex arbitro: “Il libro L’uomo nero? Era l’ultimo atto d’amore che volevo concedere alla mia associazione. Anche se non mi rivedo negli ideali che ci sono in questo momento. E nelle persone che la rappresentano. Ma l’associazione è dei 30mila associati. E non del Presidente pro tempore. Che lo è ormai da troppo tempo. CAN di A e CAN di B di nuovo accorpate? Dopo 10 anni e la scellerata divisione che era stata voluta da questa dirigenza, con il conseguente risultato tecnico disastroso, che probabilmente vedrà l’Italia non rappresentata da qualche arbitro, si è ritornato indietro. Senza alcun tipo di programmazione. Con questa riunificazione, un arbitro arriverà a dirigere al massimo 10-12 partite. Invece delle 30 consuete. Non avendo la continuità per entrare in forma. Orsato via a 45 anni per via della regola? Gente come Rocchi, che quest’anno è stato il miglior arbitro italiano, è stata dismessa. Così come accadrà a Orsato, l’anno prossimo. Non si dà seguito alla meritocrazia. Chi è più bravo deve restare. Ibrahimovic ha una certa età. Ma non si può fermare uno come lui. Che è in forma. Manganelli? Lo saluto con affetto. Dovrebbero essere i presidenti di Serie A a chiedere quali sono i meccanismi. Per cui alcuni assistenti, che hanno arbitrato solo in Italia, abbiano ricevuto la deroga. Mentre invece altri, come lui, no. Il criterio non c’è. Nel comunicato non vengono spiegati i motivi per cui un assistente come Paganessi vada avanti. Ed uno come Manganelli non abbia questa possibilità. Pur avendo partecipato alla finale di Europa League dello scorso anno. E quella di Champions di quest’anno. Mondiali? A meno che non ci siano cambiamenti di regolamento, l’unico arbitro che potrebbe rappresentare l’Italia ai prossimo Mondiali sarebbe Orsato. Che però, l’anno prossimo, dovrebbe essere dismesso. Nicchi vuole ricandidarsi? Sì, questo è il paradosso. Avendo avuto 12 anni a disposizioni per lavorare con risultati che ora vediamo, invece di fare un passo indietro, rilancia. Ed a gennaio riproporrà la sua candidatura per altri 4 anni. Sicuramente l’arbitraggio a questo livello non è un hobby, come dice Nicchi, ma è una professione. Le società di calcio dovrebbero preoccuparsi di questo parere del presidente. Anche perché, sulla carta, gli arbitri sono gli unici sul campo di gioco che non hanno un contratto professionistico. Nella realtà, però, non è così. Nicchi percepisce danaro per fare il Presidente? Sulla carta no, solo rimborsi spese. Fermerei di nuovo Sampdoria-Napoli per i cori razzisti? Assolutamente, non ci penserei nemmeno un secondo. Ormai non posso farlo più in Italia ma lo rifarei”.

Factory della Comunicazione

Fonte: Radio Marte
Potrebbe piacerti anche
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.