Dopo il “caso” Napoli, il Viminale pensa ad una nuova stretta alla movida

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La festa di Napoli diventa un caso. Ma a chi freme e palpita per una vittoria non annunciata, chi avrebbe dovuto vietare festeggiamenti e pericolosi raduni? «Del resto – è la tesi che circola tra le forze di Polizia – che fai? Ti presenti con il Reparto mobile mentre la gente agita le bandiere della squadra? Il Testo unico di Pubblica sicurezza non consente l’uso della forza se la manifestazione non compromette l’ordine pubblico. E riguardo alla questione sanitaria, davanti alla ripresa dello sport e di tutte le attività, più che un divieto è una raccomandazione, quella di evitare gli assembramenti. Con tutte le riaperture è stato intrapreso un percorso difficile, se non impossibile da gestire: quello della convivenza con il virus».
Diversa, invece, la situazione quando si tratti di raduni da movida, infatti, già da questo fine settimana, è prevista l’offensiva del Viminale a chi non rispetta le regole. Le immagini di Napoli, però, preoccupano. Così come quelle di tante manifestazioni che forse si potevano evitare. Tanto da far gridare a Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms): «Sono degli sciagurati, in questo momento non ce lo possiamo permettere. Ricordo quanto ha contato la partita dell’Atalanta all’inizio dell’epidemia in Lombardia nella diffusione dei contagi». C’è comunque da aggiungere che il Decreto legge del 16 maggio è ancora in vigore e di conseguenza il divieto di assembramento resta valido. 
Fonte: Il Mattino

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